Renart restò un attimo confuso, tenendosi la mano sulla guancia appena schiaffeggiata da Talia.
E restava lì, immobile ed in silenzio, a guardare la ragazza andare via verso il carrozzone.
Risentì allora le parole di lei, il suo averlo respinto e sentì crescere in lui rabbia e frustrazione.
I suoi occhi scuri divennero così di fuoco ed il volto, contratto per l’ira, assunse le sembianze di una maschera tragica.
Allora, in un impeto di gelosia e di collera, rincorse Talia ed afferrandola la fece voltare bruscamente.
“Quante arie ti dai!” Gridò. “Ma chi credi di essere, eh? L’aria ammuffita di quel decadente palcoscenico, i suoi ridicoli costumi e le sue patetiche maschere ti hanno forse fatto dimenticare chi sei? Sei solo un’attricetta da quattro soldi, che può attirare l’attenzione solo sbattendo le ciglia e ballando per mostrare le gambe! Gli uomini, quelle come te non le sposano mai! No, quelle come te servono solo a farli divertire gli uomini! Va, torna con quella massa di cialtroni! Quello è il tuo posto! Per me potete andare tutti al diavolo! Voi ed il vostro patetico teatro!” E corse via, imprecando contro tutto e tutti.
Poco dopo arrivò al centro della cittadina, dove trascorse la notte ubriacandosi e andando a donne.
Talia invece ritornò finalmente al carrozzone.
La notte trascorse inquieta.
Al mattino presto però già tutta la compagnia era al lavoro.
Tutti tranne Renart, che sembrava essere scomparso.
Ad un tratto però l’ex soldato si presentò nello spiazzo dove era accampata la compagnia.
“Alla buonora!” Esclamò Essien andandogli incontro. “Non sai che oggi abbiamo le ultime prove e che fra due giorni abbiamo lo spettacolo?”
“Non urlate così, padrone…” mormorò Renart, massaggiandosi la testa “… se continuate a gridare la testa mi scoppierà…”
“Per Giove!” Strillò il capocomico. “Hai passato la notte a bere! Incosciente! Hai dimenticato le prove? E lo spettacolo?”
“Non datevene pena, padrone.” Disse Fantine avvicinandosi ai due. “Questo lo aiuterà…” versando in testa a Renart un secchio d’acqua “… ed una buona tisana farà il resto.”
E dopo quella doccia inattesa, Renart saltò su.
“Ehi, che modi!” Esclamò, buttandosi indietro i capelli.
“Tranquillo, ti farà bene.” Fece Essien. “Ora fantine ti porterà una tisana e vedrai che fra qualche momento tutto sarà passato. Ah, incosciente di un soldato!”
E finita di bere la tisana di Fantine, Renart si accorse di Talia, intenta, proprio in compagnia della donna, a sistemare i teloni ed il sipario.
“Beh, neanche il buongiorno mi dai?” Domandò avvicinandosi alla ragazza. “Potevi prepararmela tu questa tisana, magari faceva effetto prima… ah, senza offesa, Fantine.” Voltandosi verso la donna.
“E chi si offende!” Fece questa, senza però badare troppo alle parole di Renart.
“Su, fammi un sorriso…” disse Renart rivolgendosi di nuovo a Talia “… non lo merito per la nottataccia che ho passato? Una nottataccia che ho passato anche per colpa tua…”
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AMICO TI SARO' E SOLO QUELLO... E' UN SACRO PATTO DA FRATELLO A FRATELLO
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