Cavaliere della Tavola Rotonda
Registrazione: 04-06-2008
Residenza: Dalla terra più nobile che sorge sotto il cielo
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Renart sorrise e raggiunse Talia.
“Sai che qui vicino c’è un bel posticino?” Sussurrò all’orecchio della ragazza. “C’è un vecchio mulino ed il paesaggio da sulla valle… sembra fatto apposta per sospirare dolci pensieri... lì potremo provare tutte le scene d’amore che il padrone ha preparato per noi due…”
“Talia! Finalmente!” Chiamò all’improvviso Fantine appena la vide. “Hai forse deciso di lasciarmi da sola alle prese con brocche e scodelle? Suvvia, vieni a darmi una mano!” Aggiunse con aria divertita.
“Ah, mai che si possa stare in pace qui!” Sbuffò Renart.
Poco dopo tutto era pronto per l’attesa cena.
Tutti allora presero posto a tavola, per gustare le pietanze appena comprate in paese e, soprattutto, per scoprire per quale motivo il vecchio Essien aveva definito speciale quella cena.
E, ad un certo punto, il capocomico prese la parola zittendo tutti gli altri.
“Amici miei…” cominciò a dire col suo solito tono tra il solenne ed il paterno “… sapete bene che la natura aiuta spesso gli uomini, fornendoli il più delle volte degli strumenti adatti alla loro arte ed al loro mestiere.” Si schiarì la voce, sorseggiando poi un po’ di vino rosso di Bordeaux, acquistato appositamente per l’occasione. “Così capita che Gobert sia agile e scattante, furbo e dispettoso, degno cioè del ruolo di Arlecchino, mentre il nostro Tissier appaia goffo, impacciato e con la stazza adatta a passare come mangione e beone, un perfetto Brighella insomma. E Fantine invece, sempre per bontà di madre Natura, è stata dotata di quell’aria matura, riflessiva, garbata e disponibile, a dispetto dei suoi occhi scaltri e dei suoi modi da ruffiana, che la designano come superba Ragonda. Renart ha la presenza per far innamorare, e speriamo presto anche i modi, mentre la nostra Talia ha avuto in dono occhi languidi, colorito roseo e vellutato, una figura delicata e raffinata, accompagnato il tutto da una voce melodiosa e dall’argento vivo addosso che la incoronano come meravigliosa Colombina. E su questo si basa molto della nostra fortuna, amici miei. Possiamo forgiare il cuore e l’animo sulla scena, per essere ora innamorati, ora scanzonati, ora maledetti, ma non possiamo impersonare Golia se siamo nani, o Telemaco se siamo vecchi. La voce, sebbene allenata e sicura, non coprirà un corpo minuto che impersona Sansone, né un agile gesticolare ci renderà simili al furbo Palestrione se in noi manca vivacità nel fisico e malizia nel volto.” Si schiarì di nuovo la voce. “E la natura benigna non avrebbe potuto forgiare con più maestria l’anima ed il corpo di un uomo per interpretare sulla scena l’eroe guascone e romantico per eccellenza, più di quanto non abbia fatto con il nostro amico… in lui vivono maschere inquiete, tormentate, litigiose, vanitose, audaci, eroiche e farsesche. Il suo corpo si presta ad ogni forma, sensazione ed emozione. Egli è in eterno in balia delle passioni più forti e travolgenti che animano lo spirito umano… egli è maestro di spada e di penna… l’eterno cavaliere errante e valoroso, cortese e furioso insieme! In lui vivono Pirgopolinice e Lancillotto, Guglielmo d’Orange e Tristano! Amici miei, compagni di quel grande palcoscenico che è la vita, io ho l’onore di presentarvi la maschera più sognante, guascona e misteriosa della Commedia dell’Arte… signori… Tafferuille!”
E l’uomo dalla maschera variopinta si alzò dal suo posto, accennando, quasi insofferente, un inchino, per poi tornare a sedersi e continuare a mangiare e a bere.
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AMICO TI SARO' E SOLO QUELLO... E' UN SACRO PATTO DA FRATELLO A FRATELLO
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