Lord Tudor ascoltò con attenzione le parole di Gonzaga.
“Niente di male dici?” Tuonò. “Mi ha insultato, quel farabutto! Nessuno può osare tanto e né la povertà, né l’ignoranza giustificano tanta insolenza!”
Cominciò a camminare nervosamente nella stanza, sbuffando ed imprecando contro il volgo.
“La morte!” Esclamò. “Ecco cosa si meriterebbe! E sono certo che qualsiasi altro nobile del regno l’avrebbe già fatto giustiziare se fosse al mio posto!”
Fissò poi Gonzaga e scosse il capo.
“Su, ora va a letto, che domani, a Dio piacendo, ti aspetta una giornata piena.” Disse ammansendo lievemente il tono della voce. “Lord Carrinton giungerà qui molto presto per fare colazione con te. Poi, forse, riparleremo della sorte di quel gaglioffo… per adesso resterà al fresco, poi si vedrà.”
Gonzaga, allora, si ritirò nella sua stanza, dove presto cadde addormentata nel dolce abbraccio della notte e dei suoi sogni.
Al mattino un tenero e dorato raggio di Sole la destò dal suo sonno, proprio nello stesso instante in cui una delle governanti entrò nella sua stanza.
“Buongiorno, milady.” Salutando la bella dama appena risvegliatasi. “Avete dormito bene? Lord Carrinton è già qui e vi sta attendendo in giardino…” rise poi maliziosa “… e non si è certo presentato a mani vuote… vi ha portato un dono…”
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AMICO TI SARO' E SOLO QUELLO... E' UN SACRO PATTO DA FRATELLO A FRATELLO
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