Discussione: Il Giglio Verde
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Vecchio 06-09-2011, 17.45.12   #123
Talia
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Talia sarà presto famosoTalia sarà presto famoso
Il vecchio specchio ovale, tenuto contro la parete lignea del carrozzone da un chiodo un poco arrugginito, oscillava appena. La cornice, spessa e riccamente cesellata con fiori e foglie, era un po’ scortecciata e il colore in molti punti era caduto... un tempo, tuttavia, doveva esser stato bello quello specchio, il tono vivace e ricco dei colori rimasti e l’attenzione preziosa che era stata posta nell’intaglio lo testimoniavano chiaramente.
Mi chiesi a chi fosse mai appartenuto quell’oggetto... ad una principessa, forse, o ad una gran signora di quelle che ci pagavano, un tempo, perché portassimo i nostri spettacoli nelle loro ricche dimore... Chissà quante belle donne aveva visto quello specchio, quanti abiti preziosi e quanti gioielli da favola... Era stato testimone di ricchezza, di potere, di beltà...
E poi? Cosa gli era accaduto perché finisse nello sgangherato carrozzone della nostra matta compagnia? Si era sciupato, forse... era diventato meno bello... o, forse, soltanto più vecchio... ed era stato buttato via.
Osservai la mia immagine riflessa in quello specchio e le sorrisi... osservai i miei lunghi capelli chiari nei quali avevo intrecciato con cura un nastro azzurro, osservai i miei occhi scuri, la figura esile fasciata da quell’abito che aveva il dono di apparire decisamente più prezioso di quanto non fosse in realtà... un po’ come me, pensai.
Sospirai... avevo posto molta cura nel prepararmi, lo facevo sempre, l’avevo sempre fatto... chissà poi perché!

“E quello che cos’è?” la suora preposta ad occuparsi di noi bambine mi fissò con aria sorpresa e contrariata insieme.
Io sollevai gli occhi nei suoi e le sorrisi candidamente: “E’ solo un fiocco!”
“Un fiocco?” la voce della donna si fece più dura “E perché ce l’hai? Dove l’hai preso?”
“L’ho fatto io!” ribattei “L’ho fatto per rendere il mio abito più bello!”
L’anziana suora mi squadrò con aria critica, osservando da capo a piedi il mio povero abbigliamento, identico in tutto e per tutto a quello di tutte le altre bambine dell’Istituto ad eccezione, appunto, di quel fiocco rosso che con cura vi avevo appuntato.
“La Madre Superiora non sarà contenta!” sentenziò la suora “Sai bene quali sono le regole: tutte voi bambine che avete avuto la fortuna di essere accolte in questo orfanotrofio dovete avere lo stesso abbigliamento e un comportamento dignitoso, dovete essere tutte uguali. Niente eccezioni. Niente fiocchi!”
Con un gesto rapido del braccio, la donna afferrò il mio piccolo vezzo e lo strappò malamente.
I miei occhi si spalancarono e il mio corpo si irrigidì: “No...” gridai, lanciandomi avanti “No! Restituitemelo... restituitemi il mio fiocco!”
“Smettila!” ansimava l’anziana suora, mentre con una mano mi stringeva un braccio per allontanarmi e con l’altra teneva il fiocco in altro, fuori dalla mia portata “Smettila! Tu sei come le altre, non fai nessuna differenza!”
“Io non sarò mai come tutte le altre!” gridai, bloccandomi improvvisamente “Mai!”

Un rumore secco mi riscosse da quel pensiero.
Sbattei le palpebre un paio di volte, per tornare al presente... poi lo riconobbi: era Renart.

Citazione:
Originalmente inviato da Guisgard Visualizza messaggio
“Ti ci vuole ancora molto?” Chiese Renart bussando sulla porta del carrozzone, dove Talia era ancora intenta a prepararsi. “Su, dai, devo ancora attendere molto? Tra un po’ sarò brillo per il vino e la tua bellezza mi farà decisamente un effetto minore!” E rise di gusto.
Mi alzai, mi avvicinai alla porta e la spalancai...
“Ma davvero?” chiesi, appoggiandomi alla sua mano per scendere “Sarebbe davvero un bella novità questa, Renart... la prima volta che resisti alla tentazione di correr dietro a qualche gonnella!”
Lo oltrepassai, quindi, e mi diressi a passo leggero verso la tavolata che Fantine stava finendo di imbandire.
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** Talia **


"Essere profondamente amati ci rende forti.
Amare profondamente ci rende coraggiosi."

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