Elisabeth si svegliò di colpo.
Aveva paura, si sentiva braccata.
Se fosse stata scoperta con quel libro, il suo destino sarebbe stato segnato.
Le nuove idee illuminate, diffuse ormai in tutto il paese, riconoscevano pericolosa ogni forma di religiosità, non solo il Cattolicesimo.
Al boia i Ginestrini non avevano consegnato solo preti e monaci, ma anche imam, rabbini e persino adepti di società segrete e confraternite che presentavano nelle loro regole qualcosa di religioso.
Lei stava cercando un uomo di cui ignorava tutto, persino il destino.
Il signore di Beauchamps poteva essere ovunque in questo momento: in prigione, in esilio o all’Altro Mondo.
Ma lei doveva cercarlo.
Il giorno giunse presto e fu un sollievo per lei.
Come ogni mattina le strade erano attraversate da giovani che cantavano e ballavano.
Candide e giovani contadinelle mostravano la loro gioia di vivere, insieme alle loro sensuali e prelibate grazie, danzando alla vita ed alla libertà che la nuova repubblica aveva portato, senza alcun limite, in tutto il paese.
Ammaliati da tutto questo, ragazzi liberi ormai da ogni timore per l’avvenire sognavano per quella bellezza donata e quell’indipendenza da ogni regola guadagnata.
Elisabeth così si ritrovò fuori la staccionata della locanda a fissare quello spettacolo.
“Fino a quando avranno voglia e forza di danzare?” Chiese un uomo anch’egli a fissare quei balli e quei canti.
“Fino a quando avranno il dono della giovinezza e della libertà!” Rispose uno che gli stava accanto.
“E’ questa la vera libertà?” Chiese di nuovo il primo.
“Certo!” Rispose il secondo. “La libertà di vivere ciascuno la propria vita come più gli aggrada, ora soprattutto che i tiranni sono stati spodestati dai loro castelli e dalle loro chiese!”
“Un tiranno per un altro…”
“Cosa ti prende? Sei diventato pazzo?” Lo riprese il secondo. “Vuoi che ti portino via? Sta zitto e brinda piuttosto alla libertà e all’uguaglianza finalmente raggiunte!”
Ed entrambi brindarono.
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AMICO TI SARO' E SOLO QUELLO... E' UN SACRO PATTO DA FRATELLO A FRATELLO
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