“Forse sono degli Angeli, madame…” sussurrò Giselle accennando un sorriso a Malisendra.
“Forse sono uomini mandati dal re di Francia, o forse di Spagna per liberarci! Potrebbero essere anche sudditi del re di Napoli, che da sempre amministra quelle terre per conto del Papato!” Disse il nobiluccio. “O magari sono inglesi! Ormai tutta l’Europa odia questi sporchi rivoluzionari!”
Poco dopo, alla porta d’ingresso di Ostyen, un gruppo di saldati giunse al posto di guardia.
“Chi comanda qui?” Chiese il capo di quel manipolo appena giunto.
“Io, capitano.” Rispose il tenente che aveva fatto passare il carro di poco fa.
“Tra breve passerà di qui un carro guidato da un maleodorante villano…” fece il capitano “… fermatelo ed arrestatelo.”
“Ma… è già passato… il lasciapassare era in regola…”
“E avete controllato il carro?”
“No… dentro c’era suo nipote con la peste… volevate forse che mi prendessi…”
“Miserabile idiota!” Lo interruppe furioso il capitano. “Pazzo, imbecille! Volevo solo che usassi il cervello! Quello che tu credevi essere suo nipote, erano in realtà due aristocratici ed un chierico!”
“Che io sia dannato!” Esclamò il soldato. “E quel villano incappucciato?”
“Era una spia!” Con rabbia il capitano. “Presto lasciateci passare! Avanti, possiamo ancora riprenderli!” Disse ai suoi.
E galopparono via, sulle tracce del carro con i suoi preziosi passeggeri.
Poco dopo, dall’interno di quel carro, i suoi passeggeri udirono la corsa dei cavalli.
“E’ la guardia repubblicana!” Esclamò il nobiluccio, sbirciando dal telone. “Ci stanno inseguendo! Siamo perduti!”
Alcuni istanti dopo i soldati raggiunsero e circondarono il carro, che arrestò così la sua corsa.
Un momento dopo il telone del carro si aprì ed apparve un soldato repubblicano che cominciò a fissare Melisendra, Giselle, il vescovo ed il nobiluccio.
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AMICO TI SARO' E SOLO QUELLO... E' UN SACRO PATTO DA FRATELLO A FRATELLO
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