Discussione: Il Giglio Verde
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Vecchio 02-09-2011, 02.10.27   #88
Guisgard
Cavaliere della Tavola Rotonda
 
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Guisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare bene
Intanto, poco più avanti, dove sorgeva la porta d’accesso di Ostyen, un gruppo di soldati presidiava il passaggio.
Un robusto contadino, con passo deciso si avvicinò ad un dei soldati mostrando un lasciapassare.
“E così” mormorò il soldato leggendo il documento “siete un contadino del Sud…”
“Si, signore.” Annuì il contadino.
Una fugace occhiata partì dal soldato verso i suoi commilitoni e con gesto improvviso strappò cappello e parrucca al contadino.
“E così volevi farmela, eh?” Ridendo il soldato, mentre le altre guardie bloccarono il falso contadino. “Un contadino del Sud non può avere un pancione così grosso, mio caro chierico! Vi siete ingrassati alle nostre spalle ed ora vi sarà presentato il conto! Quanto a questa…” mostrando la parrucca “… la terrò io, perché a te domani non servirà più!” E tutti i soldati risero.
“E sta bene, tenente…” con un amaro sorriso il chierico “… sarà un piacere per me domani fare la conoscenza di monsieur il boia… l’ultimo uomo vero rimasto in questo folle paese… ed io ora vi dico… Gloria all'Altissimo e sempre viva il principe!”
“Portatelo via!” Ordinò il tenente dopo averlo colpito al capo.
“Eh, voleva farmela, quel dannato!” Disse il militare ad uno dei suoi. “Questo è il terzo chierico che scopro in un mese! Ormai li riconosco a naso!” E rise forte.
Poco dopo arrivò un carro.
“Guardate…” cominciò a ridacchiare il conducente, un uomo con un mantello ed il capo celato per metà da un cappuccio e per l’altra metà da una folta e riccia barba nera “… guardate la mia frusta… tutta fatta con le ciocche di vescovi, monache e persino cardinali… questa è del vescovo Marais… questa è della badessa del monastero di Saint Just… questa invece è appartenuta al cardinale De Graven Boluis…”
“Il lasciapassare, sacco di letame!” Lo interruppe seccato il tenente.
“Eh… mi crede un prelato!” E scoppiò a ridere. “Ma fate bene, tenente… fate bene… la prudenza non è mai troppa… mai troppa… ecco il mio lasciapassare…”
“Dobbiamo controllare anche il carro…” fece il militare “… qui c’è scritto Renault e nipote… dove si trova tuo nipote?”
“E’ nel carro, il mio povero nipote…”
“Perché dici povero?”
“Perché è malato…” scuotendo il capo Renault “… ha contratto la terribile peste nera… sta disseminando bubboni e brandelli di carne per tutto il paese… povero nipote mio…”
“Cosa? La peste?” Esclamò il tenente, tirando malamente il lasciapassare al conducente del carro. “Dannato maiale, lercio e sudicio! Chi ti ha detto di passare da qui? Vattene via! E se ritorni in città, ti sgozzerò come il porco che sei!”
“Va bene, tenente, va bene… andrò via… ma tornerò…” mormorò Renault, per poi frustare il suo cavallo e ripartire.
Nel carro, intanto, i prigionieri avevano udito ogni cosa.
“Forse siamo salvi…” sussurrò a Melisendra e agli altri il nobiluccio.
“Madame, sia lodato il Cielo!” Esclamò Giselle fissando la sua padrona.
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AMICO TI SARO' E SOLO QUELLO... E' UN SACRO PATTO DA FRATELLO A FRATELLO

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