01-09-2011, 14.13.01
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#67
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Cittadino di Camelot
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Ascoltai, vagamente divertita, la conversazione tra Essien e quel povero, malcapitato passante... quel pover’uomo guardava il nostro teatrale capocomico con gli occhi spalancati e via via la sua espressione mutò da incuriosita a stupita, giungendo a guardarlo di sottecchi, quasi fosse un pazzo furioso.
Scossi la testa e sorrisi: Essien non riusciva proprio a trattenersi dal bisogno di tener aula!
Poi la voce dell’uomo alla guida del carrozzone troncò il discorso... e la mia attenzione tornò, per l’ennesima volta in quegli ultimi mesi, a concentrarsi su di lui: costui era entrato nella compagnia da poco tempo, conquistando in qualche modo la più totale e viscerale fiducia di Essien. Il vecchio attore teneva in grande considerazione quel misterioso giovane che mai, neppure per un momento, ci aveva permesso di vedere il suo volto; tutto ciò che conoscevamo di lui era la voce profonda e calda, dal tono vagamente sbrigativo e tutt’altro che paziente, e gli occhi chiarissimi, tanto intensi quanto fuggevoli.
E io sempre più spesso mi ero ritrovata ad osservarlo... chiedendomi chi fosse, perché si fosse unito a noi, e che cosa gli passasse nella mente in quei momenti in cui avevo sorpreso i suoi occhi passare nascostamente al setaccio ognuno di noi, quasi volesse leggerci dentro, oppure quando li spingeva all’orizzonte e restava a fissare il tramonto lontano. Sempre da solo, senza mai una parola in più, senza mai un sorriso...
Il fermento intorno a me mi riscosse da tutti quei pensieri.
Avevano piazzato il carrozzone su un lato della piccola piazza cittadina e ci apprestavamo ad iniziare le prove... smontai, così, da cavallo e corsi ai bauli per aiutare Fantine a tirare fuori i costumi e sistemarli sulle stampelle...
Citazione:
Originalmente inviato da Guisgard
“Alla locanda di Chinon è stata solo una ragazzata” fece Renart avvicinandosi nuovamente a Talia “ed un po’ è stata anche colpa tua…” sorrise “… colpa tua di e quell’abito rosa e giallino che avevi indosso quel giorno… quanto alla signorina di Epuissey, della quale a stento oggi ricordo il viso, fu lei che suscitò le ire di quello sciocco del suo innamorato, visto che non fece altro che fissarmi per tutta la mattinata.”
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Sollevai gli occhi al cielo e sospirai...
“Certo, Renart... certo! Mai che sia colpa tua, vero?”
Senza guardarlo, afferrai da uno dei bauli il suo costume e gliele sbattei sul petto: “Ecco!” dissi “E ora togliti dai piedi che io e Fantine ci dobbiamo cambiare!”
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** Talia **
"Essere profondamente amati ci rende forti.
Amare profondamente ci rende coraggiosi."
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