Cittadino di Camelot
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Chantal accompagnava le riflessioni ad alta voce dello zio.Certo,era un uomo tutto d'un pezzo,non aveva mai avuto paura di ritrovarsi a sostenere le sue tesi quando diffondeva la parola di Dio,lui che credeva nei valori dell'umanità e della carità.
Accostò al sorriso dello zio anche il suo,era solito riportare esempi eclatanti di contrastanti figure storiche e leggendarie.E a lei piaceva quella sua eclettica personalità,frutto di lunghi studi ed accurate conoscenze.
Pian piano andava allentando le dita sulle corde,come a muoverle con maggior lentezza,smorzando sempre più il suono fino a che il suo orecchio fosse capace di scindere ogni singola nota.Ultimarono in sintonia,lei la sua melodia e lo zio le sue riflessioni.
"Sì,zio,è ora di ritirarci",fece una pausa."Andate voi,io rimarrò un poco ancora."
La notte era calata sull'orizzonte e era scivolata ammainata al buio anche nella sala.
Aveva di nuovo indossol'anello,ma pensò a quell'uomo,l'uomo di cui aveva fatto accenno a uo zio,e a se avesse dovuto rivelare in quel momento ciò che aveva appreso di lui.
Lo zio se ne stava con imponenza in piedi,dietro lo scrittoio che si accingeva a lasciare,con quel suo sorriso rasserenante.Un uomo…” mormorò “… devo forse preoccuparmi?” Ridendo. “Mi ritroverò dunque un tuo spasimante per casa?” Questo le chiedeva,forse incurante della risposta,ma aveva pur domandato.
"Non dite sciocchezze".Rassicurandolo Chantal,"Non è un uomo comune,e ciò che narra ha la trascendenza dei misteri della Fede.Da questi ho appreso del fiore.Ma ora andate,zio,andate a riposare,l'ora è tarda,e il sonno vi reclama."
Sapeva bene che,se avesse taciuto,lo zio non l'avrebbe forzata ulteriormente.E così era.
Rimase sola,un raggio argenteo si proiettava dalla pallida Luna fino ai suoi piedi,attraverso la vetrata.Pensò come era calma la sera,come la notte era tanto rassicurante,quieta e silenziosa,mentre il giorno che le aveva ceduto il passo,fosse reo di tanto fragore ed agitazione.
"La notte",pensò,"se tutti gli uomini vivessero la notte,sarebbero incapaci di concepire il male,perchè la notte è placida,e seda ogni affanno,ridando il senno persino ai folli."
Ma poi scosse il capo."I folli.Già,i folli e le loro follie",sentenziò.
Si portò nella camera da letto,ma non era molto avvezza al sonno.Chantal non dormiva,non molto.Dormono i cuori ignari,e gli animi sereni ,non lei non lei che era attravarsata da inquietudini e affanni.
Lasciava sempre i battenti aperti,perchè potesse intravedere il firmamento anche dal suo letto.Per chi non dorme,le stelle sono le migliori confidenti.Ma quella notte erano sfuggenti,e sorde ad ogni richiamo.
Poi,d'improvviso,subentrò un ricordo a prendere possesso di ogni suo pensiero.
"Allora,Chantal,ti piace?!
"Come non piacermi,l'ho desiderato tanto".
"Lo so,tesoro mio,per questo lo abbiamo rilevato.Con una rispolverata e velluti pregiati,diverrà come quello dei tuoi sogni,piccola mia.Sai,ho pensato che lo battezzeremo col tuo nome"Chantal de La Merci".Cosa ne pensi?
"E' un nome inconsueto per un teatro,ma mi piace.Sì,già lo vedo animato dallo spirito di grandi tragi-commediografi latini e greci..Sarà bellissimo,madre,il più bel teatro che sia mai esistito ad Animos"
Chantal sorrise a quel ricordo non tanto lontano.
Aveva sognato di possedere un teatro da quando una vecchia signora ereditiera le aveva donato un vecchio libro sull'Alcesti.
E sua madre l'aveva incoraggiata ed appoggiata,acquistandone uno in disuso,perchè riprendesse vita dal cuore della figlia.
La notte scivolò nel sogno di quel sipario dietro il quale la ragazza si nascondeva mentre gli attori vi provavano le scene.Vi si portava la sera,quando le luci soffuse non potevano tradire la sua presenza,e si muoveva attraverso le sale a piedi nudi,per non farsi scorgere da alcuno.
Fu lì che,per la prima volta,vide il cavaliere che accese in lei tutti i suoi desideri.
C'era stato un tempo in cui il teatro di loro proprietà aveva vissuto il suo splendore quando ancora Chantal viveva presso la casa di famiglia.
Nel buio che avvolgeva il suo letto,la ragazza si sfiorò l'anello,sotto il polpastrello riusciva perfettamente a riconoscere ogni lineamento di quel volto di uomo su esso intarsiato.E ripensando a quel volto a lei tanto caro e al quale l'anello la legava,fu rapita dal sonno.
L'indomani si levò presto,per andare in facoltà,ma non prima di aver espresso un'animata richiesta allo zio:
"Buongiorno,zio,ho sentito dire che nel paese giungerà un carrozzone di attori itineranti.Perchè non permettiamo loro di esibirsi nel teatro di famiglia?Il suo palcoscenico è dormiente da tanto tempo,ma il suo spirito ancora viene a destarmi nel sonno,in attesa che io gli presti ascolto."
Poi aggiunse:"Quel fiore di cui ti accenavo,zio..mi hanno narrato che è speciale,e non ne sbocciano di simili in alcuna terra.E anche in quel fiore si raccolgono un'anima e un cuore.."Ma fu sfuggente nel pronunciarsi ancora.
Chantal,talvolta,appariva folle per quei suoi pensieri.Credeva che ogni cosa avesse un'anima,e suo zio spesso sorrideva di quelle sue fantasie,ma non riusciva a negarle la sua accondiscendenza.
Ultima modifica di Chantal : 01-09-2011 alle ore 13.00.22.
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