Discussione: Storia La società di Antico Regime
Visualizza messaggio singolo
Vecchio 17-08-2011, 03.07.08   #1
Guisgard
Cavaliere della Tavola Rotonda
 
L'avatar di Guisgard
Cavaliere della tavola rotonda
Registrazione: 04-06-2008
Residenza: Dalla terra più nobile che sorge sotto il cielo
Messaggi: 51,903
Guisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare bene
La società di Antico Regime

Tra la fine del Seicento e l’inizio del Settecento sembra entrare in crisi, in gran parte dell’Europa, il sistema sociale e culturale detto di “Antico Regime”, che fino a quel momento era stato il vero ed assoluto specchio della società.
Cominciano così a porsi le basi di trasformazione totali e radicali che nel corso del XVIII secolo provocheranno relazioni e rapporti sociali, economici, politici e culturali completamente nuovi.
Che cos’è quindi la società di “Antico Regime”?

Forse per comprenderlo in pieno dobbiamo tornare verso la metà del medioevo, in quel “Medioevo di Mezzo”, come qualcuno definisce l’epoca compresa tra l’Alto ed il Basso Medioevo, che grosso modo copre i secoli della ripresa carolingia fino agli inizi dell’XII secolo.
E’ in questi secoli che nasce l’ordinamento feudale che durerà ben oltre il periodo medievale, fino a giungere alle soglie dell’età contemporanea.
In realtà il termine feudalesimo non esisteva neppure nel medioevo, ma è stato poi universalmente riconosciuto ed utilizzato nei secoli successivi per denominare la società medievale per eccellenza.
Chiamiamo feudalesimo o sistema delle fedeltà vassallatiche, una forma di organizzazione del potere e della società basata sul rapporto fra due persone di stato giuridico libero, una delle quali, la più forte, concedeva beni e protezione in cambio di obbedienza e fedeltà.

In un periodo di insicurezza, debolezza ed instabilità come quello medievale questi rapporti si estesero su grandi distanze e territori, basandosi su fortissimi legami di fedeltà personale, dove chi deteneva l’autorità, sovrani, duchi, marchesi, conti, poteva far appello in caso di necessità, soprattutto militare.
In verità questo scenario vedeva l’Europa come un luogo fertile già partendo dalla Tarda Antichità, ancor prima che in epoca medievale.
Questa Europa particolarmente “feudalizzabile” era dovuta ad un’economia poco monetarizzata già nel periodo tardo romano, dove quindi il signore aveva poco denaro da offrire ai suoi fedeli, ma molta terra di sua proprietà personale, potendo dunque pagare i loro servigi con questa; un potere centrale poco presente e sentito, incapace di organizzare militarmente il territorio, amministrare la giustizia e difendere la popolazione; infine una situazione di generale pericolo ed insicurezza che spingeva, per forze di cose, le persone a cercare e chiedere protezione a chi poteva offrirla.

Come detto il feudalesimo si sviluppò in maniera “ufficiale” durante il periodo carolingio, partendo proprio dal regno dei Franchi dove si diffuse quel sistema di rapporti personali tra chi deteneva il potere e chi offriva fedeltà ed obbedienza (vassallo, parola di origine germanica, gwas, che significa uomo),
Anche un vassallo aveva, a sua volta, suoi fedeli, anch’essi uomini liberi, che prestavano servizio armato sotto di esso.
I legami di vassallaggio e la concezione del bene vitalizio, quasi sempre rappresentato dalla terra, rappresentavano gli strumenti attraverso i quali i sovrani, ma anche vescovi, duchi, abati, marchesi e signorotti formavano la propria clientela di uomini d’armi, che finirono per sostituire la leva militare sul territorio, legando così la popolazione ai loro servigi.
Nacquero così dinastie molto potenti, persino in grado di minacciare il potere dei loro re, un po’ come avvenne tra il regno di Francia e la Borgogna.

La società di Antico regime si sviluppa quindi dall’organizzazione feudale e finisce per cristallizzare il suo nucleo attraverso ordini, e non classi, ben definiti e distinti.
Per sintetizzare il tutto potremmo utilizzare una classificazione attraverso la quale gli intellettuali del tempo racchiudevano il loro tempo.
Vi erano dunque quelli che pregavano per tutti (il Clero), quelli che combattevano per tutti (l’aristocrazia) e quelli che lavoravano per tutti (i lavoratori, liberi o asserviti alle gleba).
Tre ordini, formati da tre ceti sociali che animavano la società e che con le loro “attività” davano stabilità ed armonia a tutto il tessuto sociale.
E’ bene precisare, come abbiamo fatto, che la società di Antico Regime è divisa in ordini e non in classi, questo perché ogni ordine era chiuso ed inviolabile, senza permettere interscambi tra i vari membri che li componevano.
Questo, secondo diversi studiosi, rendeva il corpo sociale statico ed immutabile, dove nessuno poteva “salire di grado o livello”.
Inoltre i tre ordini erano intimamente legati dal fatto che il loro concatenarsi faceva “vivere” la collettività.
Il Clero così legittimava la nobiltà (il re governava per Diritto Divino ed i nobili facevano risalire ad antica e solenne investitura da un Potere Superiore i loro sacri diritti), mentre, di contro, l’aristocrazia difendeva la religiosità terrena, incarnata dalla Chiesa, contro l’eresia e gli infedeli.
Il popolo infine, borghesi e contadini, con il loro lavoro sostenevano l’intera economia del territorio.

A dimostrazione di ciò riporteremo uno scritto molto significativo: il poema “Carme per il re Roberto” scritto da Adalberone, vescovo di Laon, tra il 1027 ed il 1031.
L’opera è d’ispirazione politica e Adalberone componendola invita il re di Francia a adoperarsi perché l’ordine sociale sia sempre rispettato.

“Questi sono guerrieri, protettori delle chiese, difendono gli uomini del popolo, grandi e piccoli, e ugualmente difendono se stessi.
L’altra parte è quella dei servi: questa razza disgraziata non possiede nulla senza dolore.
Ricchezze e vesti sono fornite a tutti dai servi, infatti nessun uomo libero può vivere senza servi.
Perciò la Città di Dio che si crede essere una è divisa in tre: certuni pregano, altri combattano, e gli altri lavorano. Questi tre ordini vivono insieme e non possono essere separati; il servizio di uno solo permette le azioni degli altri due; con alterne vicende si aiutano. Come è prevalsa la legge allora il mondo ha goduto la pace.
(Oggi) le leggi si indeboliscono e già ogni pace sparisce; cambiano i costumi degli uomini, cambia anche l’ordine.”
__________________
AMICO TI SARO' E SOLO QUELLO... E' UN SACRO PATTO DA FRATELLO A FRATELLO
Guisgard non è connesso   Rispondi citando