Dafne aveva visto quell’orrenda visione di sangue.
In quel momento qualcuno entrò nella sala.
Era il bambino deforme.
Ignorò Dafne e fissò Pasuan incatenato.
Emise una sorta di grottesco vagito e corse verso il cavaliere.
Ma un istante prima che il bambino lo raggiungesse, Pasuan alzò il capo, fino a quel momento chino, ed avvolse le catene attorno al suo collo.
Il mostruoso bambino cercò di divincolarsi da quella stretta, ma fu inutile.
Pasuan lo strangolò, lasciandolo poi cadere a terra tra il sangue che inondava quella stanza.
Cercò allora tra i vestiti del bambino fino a quando trovò una chiave.
Aprì le sue catene e chiamò la sua amata:
“Dafne, va tutto bene?”
Ma proprio in quel momento una nera figura apparve sulla porta.
Era la donna, che vedendo il suo bambino a terra senza vita cominciò a gridare.
Il suo grido era simile ad un sibilo straziante che sembrava voler vibrare fino a frantumare ogni cosa in quel luogo.
Poi, togliendosi le mani dal volto orrendamente alterato dal dolore, fissò Pasuan.
Un attimo dopo il cavaliere si ritrovò addosso la strega.
Questa con le unghie e con i denti cominciò ad attaccare Pasuan.
Gli graffiava il torace e le braccia con le sue mani, mentre con la bocca cercava di azzannarlo.
Il cavaliere cercava di resistere, ma la forza di quella donna demoniaca sembrava superiore a quella di un uomo comune.
“Sarai il mio pasto, maledetto!” Gridò la strega con una voce che ormai di umano aveva ben poco. “E dopo mi ciberò delle carni della tua amata!”
I due continuarono a lottare, fino a giungere davanti al forno, nel quale ardeva una grossa fiamma.
La donna spinse Pasuan contro le pareti ardenti del fuoco ed il cavaliere grdò per il dolore.
E approfittando di questo, la strega azzannò la spalla di Pasuan, lacerandogli le carni.
Di nuovo il cavaliere si abbandonò ad urlo di straziante dolore.
Allora, con le ultime forze, raddoppiate forse per la rabbia e la disperazione, afferrò il volto della donne e lo strinse con forza, fino a girarla verso la bocca infuocata del forno.
La megera cercò di resistere e di liberarsi da quella morsa, ma la determinazione di Pasuan ebbe la meglio.
Il cavaliere riuscì a sollevarla e poi a spingerla nella bocca del forno.
Una fiammata avvolse l’orribile strega, mentre questa grugniva e si contorceva.
Alla fine però dovette arrendersi alle fiamme, che simili a quelle dell’Inferno, avvolsero e consumarono il suo corpo.
Pasuan, stremato si accasciò a terra, tenendosi la spalla che sanguinava e che gli procurava un intenso bruciore.
Ad un tratto però sentì una fitta agli occhi.
Cominciò a strofinarseli, come a cercare sollievo.
Quella fitta durò alcuni istanti, per poi svanire pian piano.
Si voltò allora e chiamò nuovamente la sua amata:
“Dafne!” Disse. “Dafne, dove sei?”
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AMICO TI SARO' E SOLO QUELLO... E' UN SACRO PATTO DA FRATELLO A FRATELLO
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