Cittadino di Camelot
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L’aria era limpida e un leggero vento spazzava la collina, facendo correre veloci le poche nubi candide sopra la mia testa.
Io camminavo lentamente risalendo la china, non avevo fretta.
Ad un tratto vidi una figura davanti a me... se ne stava in piedi, le mani annodate dietro la schiena e mi dava le spalle, il vento faceva volare i suoi capelli e il sole li faceva brillare di mille bagliori dorati.
Mi soffermai appena, vedendolo... poi sorrisi: ero certa che lo avrei trovato lì.
Rimasi immobile per qualche momento, come pensosa, poi mi riscossi e lo raggiunsi...
Giunsi così sulla sommità di quella collina e da lì il mio sguardo poté spaziare tutto intorno... la dolce ondulazione della campagna ordinata, le case sparse, i piccoli borghi qua e là, le sagome dei radi gruppi di alberi contro l’orizzonte...
Sorrisi e inspirai a pieni polmoni quell’aria fresca e profumata...
Poi la figura accanto a me parlò.
“Ti ho sempre insegnato ad amare tutto questo... ma forse ho sbagliato!”
Mi voltai e scrutai i suoi occhi scuri per un istante...
“Perché dici questo?” domandai.
“Domani mattina ti guarderò salire su una carrozza e andar via...” rispose dopo un attimo “Forse avrei dovuto insegnarti ad amare Capomazda, dopotutto!”
“Beh...” ribattei dopo averci riflettuto su per un istante “Se Capomazda è anche soltanto per una minima parte come la descrivono i poeti, sono certa che l’amerò! Ma questo luogo, Sygma, avrà sempre un posto nel mio cuore! Un posto privilegiato! Sono sempre stata molto felice qui!”
Lui tornò a guardarmi... rimase in silenzio per qualche momento, come valutandomi, poi sorrise con aria soddisfatta, come se avessi appena passato un esame...
“Hai ragione!” annuì “Ti auguro di amare Capomazda di un amore infinito e felice... ma Sygma è ciò che sei, e lo sarà sempre!”
Tornammo entrambi con lo sguardo al paesaggio, abbracciandolo tutto... io lo scorrevo avidamente, tentando di immagazzinare in memoria quanti più dettagli mi fosse possibile, suoni, colori, profumi...
Così facendo, distrattamente, portai una mano al collo e strinsi il ciondolo appeso alla mia collana, in un gesto che non sfuggì al mio interlocutore...
“Deve racchiudere qualcosa di molto prezioso quel medaglione a giudicare da come lo stringi...” notò, con aria forzatamente distratta.
Gli lanciai un’occhiata obliqua e sorrisi appena, ma non risposi.
Lui sospirò.
“Una stirpe ricca di fama non meno che di gloria, quella dei Taddei... se è vero la metà di quel che si dice di loro!”
“Tu non hai mai dato molto credito alle leggende...” gli feci notare.
Lui sorrise, poi annuì leggermente...
“No... ma ho conosciuto lord Rauger... un uomo interessante! Dominato da un profondo senso di giustizia!”
I miei occhi spaziavano lungo la linea dell’orizzonte, li portai il più lontano possibile da lui e poi, con la voce che mi si faceva piccola, chiesi: “E lord Icarius?”
Avvertii il suo sguardo su di me per alcuni istanti, ma quando parlò la sua voce non era mutata...
“Non ho avuto il piacere, purtroppo! Ma mi dicono che sia uomo dominato da passioni fortissime...” esitò un istante, poi soggiunse più piano “Bene o male che sia!”
Spostai gli occhi su di lui di scatto a quell’ultima affermazione, non capivo... ma lui non mi lasciò il tempo di dire altro: sorrise e mi poggiò le mani sulle spalle, baciandomi sulla fronte...
“Domani mattina partirai... non dimenticare mai chi sei, figlia mia!”
Aprii gli occhi all’improvviso...
Il volto di mio padre fluttuò ancora nella mia mente per qualche istante, e le sue parole: non dimenticare mai chi sei...
Sorrisi al pensiero di mio padre... gli avevo voluto bene. Moltissimo.
Non dimenticare mai chi sei... aveva detto.
Lo avevo dimenticato, invece.
Ora però tutto era cambiato.
Poi improvvisamente tornai ad avvertire il mio corpo...
Mi portai una mano alla testa e tentai di alzarmi... cos’era avvenuto?
Ero distesa a terra, sul pavimento di pietra fredda e dura, ed ero sola...
Tentai di rammentare... ricordavo la stanzetta nella torre, Sayla, Morgan e Shezan che era entrato nella mia stanza... poi il buio.
Con fatica mi misi seduta... ripensando alle parole di Morgan, a ciò che mi aveva detto poco prima dell’arrivo di Shezan: le figure che camminavano di notte nei corridoi... le figure avevano detto che Layla era una di loro, ma lei non voleva seguirli... le figure venivano più numerose quando c’era la Dolorosa Costumanza... le figure avrebbero preso Morgan se fosse morto...
Il respiro mi si fece affannoso.
Morgan aveva detto che Layla non voleva seguirle perché desidera vendicarsi... vendicarsi...
Lo giurava davanti ad un ritratto... improvvisamente rammentai il ritratto di cui mi aveva parlato il bambino, quello che somigliava ad Icarius...
E improvvisamente capii: Layla voleva vendicarsi di Icarius!
Il resto... tutta quella messinscena, persino io, non erano che una scusa... una scusa per vendicarsi di lui.
Mi mancò l’aria...
Icarius... Oh, Icarius, perché?
Tentando di non perdere il controllo, mi guardai intorno... ma dov’ero?
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** Talia **
"Essere profondamente amati ci rende forti.
Amare profondamente ci rende coraggiosi."
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