| Bannato 
				
				
				
				
				
			 
				Registrazione: 14-06-2011 
					Messaggi: 75
				      | 
			
			Riprendo dunque la discussione, partendo come base dal riassunto dei  fatti essenziali per comprendere quale sia il confine tra realtà,  leggenda e probabilità.
 L'inizio della stesura del manoscritto viene collocato al 1204. È poco  probabile che sia avvenuto prima, nello specifico per un fatto: nel  libro viene indicato il nome di San Procopio (non proprio tra i più  conosciuti ai giorni d'oggi). La sua canonizzazione è avvenuta  esattamente nel 1204.
 
 Per quanto concerne invece la data di completamento, si è propensi a  collocarla, senza la certezza di una datazione più specifica, tra il  1224 e il 1230. Perché? Nel codice viene indicata la morte del vescovo  Andrea di Praga, avvenuta nel 1223, non viene però menzionata quella di  re Ottokar, risalente al 1230.
 
 La leggenda narra che la stesura sia opera di una sola persona, un monaco benedettino definito come Hermanus monachus inclusus. Nell'intero manoscritto il nome appare una sola volta, e tuttavia non vi è certezza assoluta che sia effettivamente l'autore.
 
 
 Cosa non corrisponde al vero?
 
 Anzitutto l'interpretazione che è stata data spesso del termine "inclusus", ovvero recluso.  Secondo la leggenda, tale monaco doveva essere murato vivo per aver  rotto i voti monastici. Per fuggire da questa pena, promise che avrebbe  redatto in una sola notte un libro contenente tutto il sapere dell'uomo.  Gli altri monaci lo lasciarono fare, e verso mezzanotte, accorgendosi  che mai avrebbe potuto completare l'opera, cominciò a pregare. Si  rivolse però al diavolo, al quale vendette l'anima per vedere completato  il libro.
 
 In realtà si ritiene assai più verosimile che la sua clausura fosse volontaria.
 
 
 Il codice è stato scritto dal diavolo?
 
 No, ovvio.
 
 
 Il codice è stato scritto da una sola persona?
 
 Si, e su questo concordano nella maniera più assoluta diverse ricerche  effettuate, anche in tempi molto recenti, in base ai criteri scientifici  più rigorosi ed eseguite dai massimi esperti (per l'esattezza da  un'equipe formata da uno studioso della bibbia, un esperto di  iconografia satanica, un paleografo e una bibliotecaria), che si sono  recati direttamente in Svezia.
 Il risultato è che la calligrafia, sottoposta a minuzioso esame, non  varia nella maniera più assoluta dall'inizio alla fine, e può essere  quindi solo opera della medesima mano.
 Inoltre, per l'intera stesura è stato utilizzato lo stesso tipo di  inchiostro. A quei tempi i pigmenti utilizzati per l'inchiostro erano  fondamentalmente di due tipi: di origine metallica o ricavati da  insetti. Per il manoscritto sono stati utilizzati solo questi ultimi,  con una uniformità straordinaria.
 
 Altri particolari si possono ricavare da ciò riguardo l'abilità del  monaco Ermanno: di certo non era un principiante, anzi doveva trattarsi di un  letterato: il codice non presenta alcun errore, inoltre dall'inizio alla  fine non vi sono né segni di stanchezza, malattia o altro. Veramente  diabolico, direi.
 
 
 Dunque è stato scritto non in una notte, ma in vent'anni?
 
 Non del tutto. Gli studiosi calcolano che per scrivere una riga, a quei  livelli, occorrano circa venti minuti. Considerando le consuetudini, gli  obblighi monastici e i tempi di un benedettino, ci sono esperti che  tendono ad avvicinare il periodo per il completamento piuttosto a  trent'anni.
 
 Piccola curiosità: per i fogli di pergamena utilizzati per il  manoscritto hanno dovuto lasciarci la pelle, nel vero senso della  parola, circa 160 povere bestie.
 
 
 Così la scienza (e un po' anche il sano buon senso) ci ha aiutato a  distogliere l'origine del manoscritto da ogni fonte satanica, mistica,  ecc. In generale tendo a considerare valida ogni ipotesi che aiuti ad  allontanare un qualsiasi fenomeno da ogni superstizione. Tuttavia nel  corso della storia molti la pensavano diversamente, anche diversi  personaggi illustri:
 
 
 Altre leggende
 
 Come già stato riportato, il libro ha avuto una storia piuttosto  travagliata, prima di trovar pace nella sua collocazione definitiva  (d'altra parte, il nome attribuitogli di "Bibbia del diavolo" credo non abbia contribuito molto a farlo passare inosservato).
 Dal 1594 il Codex Gigas era in possesso di Rodolfo II. Costui,  dopo essersi fatto mandare un oroscopo da Nostradamus in persona, si  appassionò all'occultismo e si fece spedire il libro. Si narra  che ne  divenne ossessionato, in particolare dell'immagine del diavolo, che non  uscì più dal castello (ma appunto di leggenda si tratta).
 In seguito il libro venne preso dagli svedesi.
 
 Nel 1697 Stoccolma fu flagellata da un grave incendio, nel quale perse  la vita il Re Carlo II. Le fiamme distrussero moltissimi libri, ma  qualcuno riuscì a salvare il Codex, lanciandolo fuori da una finestra.
 I segni delle bruciature sono visibili sul manoscritto.
 
 
 Ma quanto vale il Codice?
 
 Per avere un'idea, basti pensare che nel 2007, quando venne dato in  prestito alla città di Praga (tornando quindi alla sua origine), venne  assicurato per il trasporto per una cifra di 10 milioni di euro.
 
 
 
 
 Fonti:
 National geographic
 Documentazioni storiche della Biblioteca Reale di Svezia
 Documentazioni inerenti la ricerca e gli studi di Christopher de Hamel e Michael Gullick.
 
				 Ultima modifica di Sir Aphelion : 15-07-2011 alle ore 14.34.28.
 |