"Sarà fatto, mio signore..." respirai a fatica, ma mantenni l'autocontrollo.
Avevo così tanta fame... mi sarei dovuta nutrire e anche in fretta. Avevo abusato delle mie forze e non c'era altro rimedio che trovare qualcosa con cui scacciare la tremenda sensazione dei morsi della fame, quelli che precedevano la perdita di me stessa, di ogni mia facoltà e infine... l'oblio.
Mi inchinai, un po' rigidamente.
Feci segno a Guisgard di seguirmi e uscii dalla sala.
Una volta in superficie mi aggrappai a un muro e cercai di reggermi in piedi.
Sentivo l'istinto che reprimevo ogni volta che venivo presa dai morsi della fame emergere sempre più violentemente. Avevo imparato a nutrirmi solo per necessità e il più raramente possibile, ma in quello stato ero come un lupo in mezzo a un pollaio. Avrei potuto nutrirmi di chiunque. Ricacciai indietro quella sensazione e asciugai il sudore freddo che mi scendeva dalla fronte.
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Ama, ragazza, ama follemente... e se ti dicono che è peccato, ama il tuo peccato e sarai innocente.
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