“Che miserabile fine…” disse Lho guardando il cavaliere che i suoi compagni portavano via “… ma cosa mai ci sarà in quel verziere?”
“La morte, amico mio…” mormorò Icarius “… la morte…”
In quel momento però Icarius si accorse di Talia.
Sorrise al saluto di lei.
Un sorriso che ben mascherava le angosce e le inquietudini che attanagliavano il cuore dell’eroe capomazdese.
“Siete sempre deciso a cimentarvi in quell’oscura impresa, mio signore?” Chiese Lho.
“Oh, più che mai, amico mio.” Rispose senza togliere mai i suoi occhi da quelli di Talia. “Se lei è il premio, nessuna prova potrà mai scoraggiarmi o avvilirmi…”
Ad un tratto Talia sentì tirare il suo abito.
Si voltò e vide un bambino.
“Hai visto? Un altro cavaliere è morto.” Disse Morgan. “Questo mese…” contò goffamente sulle sue dita “… sono tre.” Sorrise. “Li conto sempre. A questo di oggi gli si è spaccato l’elmo, l’altra volta, invece, un cavaliere ritornò senza più la testa e tutto il cortile si sporcò col suo sangue.” E annui.
Guardò poi nel cortile e vide Icarius accanto a Lho.
“Io lo conosco quel cavaliere.” Fece Morgan indicando Icarius. “Secondo me lady Layla l’ha fatto venire perché somiglia all’uomo del suo quadro.”
“La cena sarà servita tra poco nella Sala dell’Aurora.” Disse Shezan a Talia. “Prego, milady, seguitemi.”
Talia fu così condotta nella Sala dell’Aurora, così chiamata perché volgeva a Levante.
Qui tutti avevano già preso posto a tavola, compresi Icarius, Morgana, Lho, Nishuru e Luna.
Nel vedere Talia, l’eroe ardeide si alzò, come a volerla far sedere accanto a sé, ma Layla lo anticipò e fece segno a Talia di sedersi vicino a lei.
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AMICO TI SARO' E SOLO QUELLO... E' UN SACRO PATTO DA FRATELLO A FRATELLO
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