“Ma si, perché no.” Disse l’oscuro signore fissando Melisendra. “Ma prima deve avere una lezione. Mi è costato un paio di servitori con le mascelle rotte ed un altro con la testa spaccata. Ed io ripago sempre con la stessa moneta.”
Fece allora cenno al boia e questo cominciò a far schioccare la frusta.
“Maledette canaglie…” mormorò Guisgard.
Il boia strappò la tunica del mendicante, quella resa incantata da Melisendra, sul petto di Guisgard e cominciò a frustarlo.
Ai primi colpi il cavaliere riuscì a stringere i denti, ma superata la quindicina cominciò ad ansimare ed a gemere.
“Lasciatelo stare!” Gridò il vecchio cieco. “E’ un buon diavolo! Possibile che non temiate Dio e la Sua giustizia?”
“Zitto, feccia!” Gridò il boia colpendolo con una frustata sul viso.
“Se fosse ancora vivo lord Rauger vi avrebbe già strappato da questo mondo…” lamentandosi il vecchio.
Ed ancora il boia lo colpì, fino a zittirlo.
“Avrei dovuto ucciderti, maledetto e non solo strapparti gli occhi…” mormorò l’oscuro signore “… e forse Belzebù sarebbe riuscito ad essiccare questa tua maldestra fedeltà verso quei cani dei Taddei…”
“Signore, devo continuare con questo?” Chiese il boia indicando Guisgard ormai quasi senza forze.
“No, per ora basta così.” Rispose l’oscura figura. “Deve essere lucido quando riprenderemo.”
E si allontanò dalla cella, affidando al boia la guardia dei prigionieri.
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AMICO TI SARO' E SOLO QUELLO... E' UN SACRO PATTO DA FRATELLO A FRATELLO
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