La stizza con cui Layla mi zittì mi sorprese, la mia voce si spense e io la osservai in silenzio per un istante.
Vi era qualcosa di terribile e doloroso che si agitava in lei, era tormentata, inquieta... lo percepivo, ma non ne conoscevo il motivo.
Poi quelle grida.
La seguii sulla terrazza principale e con lei guardai in basso, nel cortile, dove un rude cavaliere, presuntuoso e volgare, era giunto con un rumoroso seguito di giovani scudieri.
Per tutto il tempo rimasi immobile, mezzo passo dietro Layla, osservando la scena che si svolgeva sotto di noi...
L’atteggiamento pretenzioso di quell’uomo mi infastidiva... la sua voce, le sue parole, i suoi modi... tutto di lui era sgradevole.
Non capivo perché Layla non gli chiedesse semplicemente di andare via.
Ma lei non gli chiese di lasciare il palazzo... al contrario, disse qualcosa che mi scosse.
Mi voltai verso di lei, dunque, e la fissai... ero sorpresa, seccata, dispiaciuta, infastidita: un tumulto di sentimenti si agitava in me.
Infine non riuscii più a trattenermi.
“Layla!” mormorai, andandole più vicina e parlando piano, in modo che lei sola potesse udirmi “Non capisco, sorella... che cosa significa? Come puoi mettere in palio la tua mano in una sciocca giostra? E concedere, così, una possibilità anche a quest’uomo, così villano, scortese, volgare e presuntuoso?”
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** Talia **
"Essere profondamente amati ci rende forti.
Amare profondamente ci rende coraggiosi."
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