“Yelia, aspetta.” Disse Layla a Talia. “Vorrei parlarti un attimo, poi potrai passeggiare tranquillamente per il cortile ed il verziere.”
Fece un cenno a Shezan e l’eunuco le lasciò sole.
“Solo qualche istante, ti prego.” Fece Layla.
Aprì allora le vetrate che davano su di un piccolo balcone.
Il Cielo era velato ed un vento appena fresco, debole ma continuo, soffiava sul palazzo.
“Yelia, sai bene che io ti amo sopra ad ogni cosa…” cominciò a dire Layla fissando il paesaggio circostante “…il tuo benessere e la tua felicità vengono prima di tutto per me… ed è per questo che voglio proteggerti dalle cose brutte che ci circondano… questo palazzo con le sue terre è un rifugio dai mali del mondo… tu sei ancora troppo fragile e confusa, anche ingenua, per riconoscere il male… quell’uomo, lord Icarius… proviene da una stirpe di uomini prepotenti ed egoisti… uomini ai quali tutto è indifferente, tutto tranne i loro interessi ed i loro piaceri…” si voltò a fissarla “… io ti sto proteggendo, Yelia… sai quante donne ha amato quell’uomo? E molte altre ne amerà ancora… non so perché voglia averti a tutti i costi… forse per capriccio, forse per una qualche scommessa, o magari perché gli ricordi vagamente qualcuna… Yelia, è un uomo malvagio, come tutti quelli che hanno il suo stesso sangue… non farti ingannare dal suo aspetto, dal suo portamento e dalle sue parole… egli mente. Mente spudoratamente. Io conosco cosa celano quegli occhi… ascoltami, ti prego…” e abbracciò teneramente Talia.
Fuori dalla stanza, intanto, Icarius attendeva di sapere notizie su Talia.
“Chi sei?” Gli chiese un bambino avvicinandosi. “Sei un re?”
Icarius si voltò a fissarlo.
“No, non sono un re.”
“Cosa stai facendo qui tutto solo?” Chiese il piccolo.
“Sto aspettando mia moglie.”
“Ti ha lasciato da solo?”
“No, sta riposando.” Sorridendo Icarius.
“E tu non riposi?”
“No, non ho sonno.” Rispose Icarius. “Tu come ti chiami?”
“Morgan. E tu?”
“Icarius.”
“Forse tua moglie riposa perché non sta bene?”
“E’ solo un pò stanca.”
“E perché sei triste?” Chiese Morgan.
“Non sono triste.”
“Io sono malato, sai?”
Icarius lo fissò.
“Si, molto malato.” Continuò il bambino. “Vivrò fino a quando durerà l’Estate.”
“Chi ti ha detto una cosa simile?”
“Lady Layla.”
“Quella donna deve essere anche sadica, oltre che malvagia!” Disse fra sé.
“Lady Layla dice sempre che la verità è la cosa più importante…” aggiunse Morgan “… chi non conosce la verità soffrirà sempre.”
Icarius gli sorrise e lo accarezzò sulla testa.
“Sai che somigli all’uomo del quadro?”
“L’uomo del quadro?” Ripeté sorpreso Icarius.
“Si, gli somigli tantissimo.” Annuendo Morgan. “Soprattutto gli occhi.”
“Quale quadro?”
“Quello che lady Layla conserva nella sua camera.” Rispose il piccolo. “Non permette a nessuno di avvicinarsi a guardarlo. Solo noi bambini possiamo vederlo, ma solo quando è lei ad accompagnarci.”
Ad un tratto Shezan uscì dalla stanza di Talia.
“Come sta mia moglie?” Domandò Icarius andandogli incontro.
Shezan lo fissò.
“Lady Yelia sta meglio.” Rispose l’eunuco. “Ora però sta riposando e lady Layla ha dato ordine che nessuno disturbi il suo sonno.”
“Voglio vederla.” Disse Icarius. “Non la sveglierò, ma voglio almeno vederla.”
“Ora non potete.”
“Nessuno può impedirmi di vederla.”
“Questi sono gli ordini di lady Layla” con sguardo deciso Shezan “e saranno rispettati.”
“Togliti davanti.” Con tono altrettanto deciso Icarius. “Togliti e fammi passare.”
“Non costringetemi a farvi del male, milord.”
In quel momento però qualcosa interruppe quello che sembrava un sempre più probabile scontro tra loro due.
Dal cortile giungevano voci, risate e grida di sfida.
“Sono qui per vincere la Dolorosa Costumanza!” Gridò qualcuno.
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AMICO TI SARO' E SOLO QUELLO... E' UN SACRO PATTO DA FRATELLO A FRATELLO
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