“Decido io cosa ne sarà del suo cadavere.” Disse l’oscuro signore a Melisendra.
Fece allora cenno agli altri di uscire, ma Guisgard restò perplesso ed immobile.
“Cosa fai?” Chiese uno degli uomini. “Andiamo, via!”
Ma Guisgard restò immobile.
L’oscuro signore lo fissò.
Il falso mendicante tradì allora nervosismo.
“Cosa fai ancora lì? Ti ho detto di andare via con gli altri!”
Guisgard fissò allora prima Melisendra e poi Gavron.
“Forse il tuo stesso fetido ti ha dato alla testa!” Prendendolo per un braccio uno di quegli uomini. “Lasciamoli soli!”
“Al diavolo!” Esclamò Guisgard, tirando a se quello che gli teneva il braccio e colpendolo forte.
Un attimo dopo tutti furono su di lui.
Il cavaliere allora cominciò a divincolarsi, tentando di avere la meglio sui suoi assalitori.
Ad un paio fracassò la testa, mentre ad altri due ruppe una sedia di legno sulla schiena.
Ma nel bel mezzo della rissa, uno di loro lo colpì alle spalle, facendogli perdere i sensi.
“Maledetto…” ansimò colui che l’aveva colpito, mentre gli dava un forte calcio nello stomaco, nonostante fosse ormai a terra senza conoscenza “… ma cosa gli è preso?”
L’oscura figura si chinò sul mendicante, ma l’incanto di Melisendra celò il suo vero volto.
“Un pezzente che si batte come un cavaliere…” mormorò un altro di loro “… che il diavolo lo porti!”
“Rinchiudetelo.” Ordinò il loro padrone. “Mi occuperò di lui dopo.”
Portarono allora via il falso mendicante.
L’ultimo però di quegli uomini, col volto coperto da tatuaggi e con indosso una lunga tunica chiara, avvolse Parusia in un velo, come gli era stato ordinato dal suo signore e la prese con sé.
“Molto strano…” mormorò l’oscuro signore fissando Melisendra “… mettevo in dubbio la tua fedeltà ed invece a tradirmi è stato uno dei miei più fedeli servitori…” di nuovo quel ghigno “… avanti, cibati di questo bambino e dimostrami la tua lealtà…” le disse.
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AMICO TI SARO' E SOLO QUELLO... E' UN SACRO PATTO DA FRATELLO A FRATELLO
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