Cittadino di Camelot
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Sollevai gli occhi, incerta... le gambe mi erano tremate forte e mi ero dovuta appoggiare ad un albero per non cadere... solo per un istante, però, perché subito un uomo mi era giunto di fianco e mi aveva sostenuta...
Osservai il suo viso, non mi pareva di averlo mai visto prima... comunque gli sorrisi, riconoscente per l’aiuto che mi aveva prestato.
Fu a quel punto che quella donna si fece avanti e parlò...
Rimasi educatamente in silenzio, ascoltandola...
Mi sentivo confusa e le sue parole fecero tutt’altro che chiarezza nella mia mente.
Percepivo con difficoltà ciò che mi avveniva intorno... era una sensazione, più che altro... una sensazione sgradevole... la sensazione di aver dimenticato qualcosa... qualcosa di importante...
Eppure non c’era niente nella mia memoria... la scandagliai per un istante con attenzione... niente, solo una densa e impenetrabile nebbia...
Citazione:
Originalmente inviato da Guisgard
“Milady, lord Icarius e la sua compagnia sono appena giunti.” Annunciò un valletto. “Sono nel verziere.”
“Bene.” Esclamò Layla. “Di loro di attendermi lì. Li raggiungerò subito.”
Si rivolse poi di nuovo a Talia.
“Ti dice qualcosa quel nome pronunciato dal valletto?” Domandò alla principessa di Sygma. “No, ovvio che no… esso è per te estraneo…” sorrise “… tu sei mia sorella Yelia e hai trascorso tre anni a letto a causa di una malattia. Se guarita, ma il morbo ha fatto sì che la tua memoria si confondesse… ma ora sei qui e vedrai che andrà tutto bene… andiamo ad accogliere i nostri ospiti, Yelia.”
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Ogni cosa mi appariva meravigliosa e nuova...
Osservavo tutto, ascoltavo tutto... ma senza parlare. Cosa avrei potuto dire, poi?
Osservai di nuovo la donna... mia sorella, così mi aveva detto... ma ne rimasi sconcertata! Mia sorella... mi chiesi... come si può dimenticare un volto caro, come quello di una sorella?
La guardai ancora, cercando di rammentare... ma niente! Non c’era il suo volto nella mia memoria! E questo mi turbò molto! Ma non lo dissi... sarebbe stato scortese, forse!
Mi affrettai comunque a seguirla... rimuginando le sue parole...
Yelia...
Questo, dunque, era il mio nome?
Neanche questo rammentavo!
Yelia... lo ripetevo mentalmente, ma continuava a suonarmi estraneo... anzi, mi suonava quasi sbagliato...
E l’altro nome che era stato pronunciato... quello del nostro misterioso ospite...
Lord Icarius...
Riflettei.
Lord Icarius...
Niente!
Ma mia sorella mi aveva detto, però, che egli era per me un estraneo, e dunque pensai che non fosse grave il non ricordarlo, dopotutto... ciò mi rasserenò un poco.
Eppure, curiosamente, proprio in quel momento l’ennesima strana sensazione mi assalì... e quella densa nebbia nella mia memoria tremò... qualcosa mi sfuggiva, lo sentivo... qualcosa restava appena oltre la mia capacità di ricordare...
Ma cosa?
Cos’era?
Eravamo giunti nel giardino, intanto. Io seguivo mia sorella in silenzio, tutta immersa nei miei pensieri... e fu allora che, sollevando appena lo sguardo, li vidi.
Un piccolo gruppo di persone ci attendeva in silenzio... vidi uomini e donne, notai una ragazzina abbigliata in un curioso modo...
Poi i miei occhi si posarono sul cavaliere che apriva la comitiva, e qualcosa in me tremò forte. Non sapevo cosa fosse, non avrei saputo dare un nome a quella sensazione, ma mi assalì e mi travolse... se ne stava fermo, silenzioso e fiero, sul suo volto un’espressione per me indecifrabile, un leggero e appena accennato sorriso gli increspava le labbra, e aveva gli occhi più sorprendenti che avessi mai visto, limpidi e cristallini, disarmanti.
Avvertii quasi una sensazione di déja-vu di fronte a quegli occhi, ma la registrai a fatica... non riuscivo a distogliere lo sguardo da lui, così per un istante rimasi immobile, quasi incantata... sentendomi inspiegabilmente felice.
E fu un attimo infinito... poi, improvvisamente, mi parve che anche lui tenesse i suoi occhi proprio nei miei... così mi vergognai. Arrossii appena e abbassai precipitosamente lo sguardo, accennando un sorriso imbarazzato.
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** Talia **
"Essere profondamente amati ci rende forti.
Amare profondamente ci rende coraggiosi."
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