“Davvero siamo così litigiosi? Non l’avrei mai detto!” Disse Guisgard divertito. “Ed io che pensavo il nostro fosse un nido accogliente! Beh, comincio a credere che la mia compagnia non vi faccia affatto impazzire! Magari mi trovate anche fastidioso come un calabrone, o una zanzara!”
Si incamminarono verso la casa di Gavron.
“E comunque, non solo i bambini rischiano quando una città cade…” fece Guisgard “… ma anche le donne. Soprattutto quelle belle.” La fissò col suo solito sorriso scanzonato. “Però vi consiglio di conservare questa vostra espressione accigliata… sono certo che spaventerete a morte anche il terribile Cavaliere del Gufo, facendolo scappare via con la coda fra le gambe.” E rise di gusto.
Giunsero così davanti alla casa.
“Ehi, Gavron!” Chiamò Guisgard. “Dove ti sei cacciato? Avanti vieni fuori!”
Ma Gavron non rispose.
“Gavron!” Di nuovo Guisgard. “Ti sei nascosto per farmi un dispetto? Su, avanti, salta fuori che ti porto a vedere Peogora!”
Ma di Gavron nemmeno l’ombra.
“Strano…” mormorò Guisgard “… solitamente a quest’ora è a casa… io do un’occhiata nel fienile ed intorno alla casa… voi invece cercate in casa.” Disse a Melisendra.
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AMICO TI SARO' E SOLO QUELLO... E' UN SACRO PATTO DA FRATELLO A FRATELLO
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