Mi rannicchiai tra le radici, appoggiando la guancia alla ruvida corteccia. Era confortante. E sentivo una specie di marea accarezzarmi dolcemente. Doveva essere merito degli spiriti, mai in vita mia ero stata capace di percepire una cosa simile.
Continuai a osservare Guisgard.
"Come volete..." mormorai. "Uriel non vi riguarda... ma non ho mai detto di essere una buona madre, con tutte le mie mancanza e i miei difetti, ma il buonsenso ce l'ho... e questo mi dice che è bene per lui crescere con delle brave persone. Il male si propaga come una malattia ed è contagioso... meglio per lui crescere lontano da me. Quello che posso fare è proteggere il suo mondo, dove crescerà come un bambino qualunque, senza sangue, addestramenti e questo..." dissi, facendo rimbalzare lontano una fioca luce che si era posata su di me. Quella capì e scomparve lanciandosi lontano.
Sospirai.
"Quanto ad Aytli... era un cavaliere, l'arma preferita di Gouf, fedele e feroce come un molosso. Aveva scelto così, nessuna delle vostre parole avrebbe potuto fermarla dal combattervi, anzi, vi avrebbe ucciso. Per amore di Gouf."
Sorrisi, c'era qualcosa di fanciullesco in quell'infatuazione.
"Potete pensare che io sia piena di me, ma non lo sono più di un cavaliere che ricorda il numero degli scontri a cui è sopravvissuto."
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Ama, ragazza, ama follemente... e se ti dicono che è peccato, ama il tuo peccato e sarai innocente.
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