Discussione: La Gioia dei Taddei
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Vecchio 29-06-2011, 03.48.17   #1605
Guisgard
Cavaliere della Tavola Rotonda
 
L'avatar di Guisgard
Cavaliere della tavola rotonda
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Guisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare bene
Guisgard si voltò di scatto.
“Si, ho ucciso quella donna” disse con rabbia “e mi tormento già abbastanza ogni giorno ed ogni notte per averlo fatto, senza che voi lo ribadiate tutte le volte che si parla del vostro amato cavaliere! E non so perché ma ho la netta sensazione che quel maledetto conosca anche il mio nome! E chissà chi sarà stato a rivelarglielo, vero?” Le afferrò con forza le braccia. “Quell’uomo è malato! Malato d’odio e non si fermerà fino a quando il demonio in persona non verrà a prendersi la sua lercia anima! Ma per voi resta sempre un intoccabile! Posso comprendere che la mia vita per voi valga meno di quel pane sul tavolo, ma quella di vostro figlio? Vale anch’essa così poco? Visto che l’uomo che difendete ancora con tanto ardore ha minacciato di uccidervi entrambi!”
Gavron assisteva in silenzio e scosso a quello sfogo di Guisgard.
“Ma per voi questo non ha importanza alcuna, vero?” Continuò. “No, per voi conta continuare a giocare con gli spiriti, a fare la salvatrice di questa dannata città ed a sperare magari che quel maledetto assassino possa rinsavire, per vivere con lui felice e contenta, come in una di quelle sciocche favole che mi raccontavano da piccolo!”
“Guisgard…” mormorò Gavron.
“Siete una sciocca!” Aggiunse Guisgard, sempre stringendo Melisendra per le braccia. “Come donna e come madre non valete niente…” mormorò “… quanto alla vostra spada, sappiate che è al sicuro… e posso portarvi a riprenderla quando vorrete!”
“Guisgard…”
“Cosa vuoi tu?” Gridò Guisgard a Gavron. “Cosa?”
Gavron chinò il capo per nascondere le lacrime.
“Andate tutti al diavolo!” Urlò correndo verso la porta. “Tutti, insieme a questa dannata città!”
Ed uscì sbattendo la porta.
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AMICO TI SARO' E SOLO QUELLO... E' UN SACRO PATTO DA FRATELLO A FRATELLO
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