"Non ci riesco... non posso... Gouf è pur sempre... il padre di Uriel", balbettai.
"Da come vi esprimete sembra che io vi abbia gettato dentro a questo putiferio, mentre vi ci siete gettato da solo quando avete affrontato Aytli..." lo guardai un po' obliquamente. Non mi andava di fargli da capro espiatorio... era lui che maneggiava la spada che l'aveva ferita mortalmente. Non io. "Perciò non prendetevela con me..."
Allungai un pezzo di pane e il miele a Gavron.
"Come vi ho detto non siete obbligato a fare niente... io e loro non siamo ancora abbastanza forti da affrontare l'uomo incappucciato... e l'unica arma che forse potrei utilizzare per eliminarlo... bè l'avete nascosta chissà dove."
Tagliai il pane e lo sistemai sulla tavola. Quei semplici gesti costituivano una rassicurante novità.
"So che le sorti di questa città non vi interessano, ma quando ve ne andrete da qui, spero che portiate con voi Gavron... la città non resisterà a lungo, se conosco bene Gouf."
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Ama, ragazza, ama follemente... e se ti dicono che è peccato, ama il tuo peccato e sarai innocente.
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