“Già…” disse Guisgard fissando il cielo che assumeva i suoi nuovi colori “… la testardaggine deve essere una virtù di famiglia.” La fissò per un istante con un curioso sorriso. “Non so come ci riusciate…” facendosi serio “… a stare lontana da vostro figlio… come fate ad accettare tutto questo? Per cosa poi?” Sospirò. “Mah, probabilmente ho parlato di nuovo troppo… scusatemi, non è affar mio… sarà colpa dei tanti pensieri di stanotte che non mi hanno fatto chiudere occhio…”
Si alzò, sgranchendosi le gambe.
“E’ proprio necessario?” Chiese. “Di giocherellare agitando le mani, intendo? E di bisbigliare qualcosa all’aria? Non riuscite mai a togliervi questa vostra veste? Sembra quasi che quelle bizzarre presenze siano i vostri migliori amici… o forse gli unici… beh, c’è altro nella vita e…” scosse il capo “… perdonatemi, sono un idiota…” fece qualche passo in avanti “… allora, pane bianco o focaccia? Miele o Marmellata? Cosa desiderate per colazione?”
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AMICO TI SARO' E SOLO QUELLO... E' UN SACRO PATTO DA FRATELLO A FRATELLO
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