La notte.
La notte di Capomazda è magica, animata com’è da suoni ed echi lontani.
Lontani nel tempo, nei desideri, nei sogni e nelle paure.
Strane ed oscure forze agiscono nella notte di Capomazda.
Forze che provengono da dove invece gli uomini trovano troppo spesso rifugio: il passato.
E’ nel passato che si annidano i nostri peggiori nemici: le illusioni ed i rimpianti.
Demoni e fantasmi capaci di tormentarci fino alla disperazione ed alla pazzia.
Perché, come raccontava Sant’Ireneo, lo scopo di ogni demone è quello di portarci alla disperazione.
Quell’acqua era limpida, fresca e rassicurante.
Melisendra poteva quasi specchiarsi in essa.
E sulla sua limpida superficie vedeva riflesse Capomazda.
Ma era un’immagine inquieta e cupa.
Per un attimo ebbe quasi l’illusione di vedere un volto su quell’acqua.
Il volto del suo antico e malvagio padrone.
Un volto che svanì in un attimo.
E poi quel suono di ocarina, quasi a destarla dai suoi timori.
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AMICO TI SARO' E SOLO QUELLO... E' UN SACRO PATTO DA FRATELLO A FRATELLO
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