Sorrisi, continuando a camminare al suo fianco.
"Non vi stancate mai di scherzare!" guardai con curiosità una casetta in lontananza, verso la quale sembrava ci stessimo dirigendo. "Trovo improbabile che mi fermerò a Capomazda, se tutto andrà bene..." la speranza non mi avrebbe mai abbandonata. "Sono sempre stata nomade... spostarmi non mi ha mai stancata, ma forse per Uriel lo farò quando troverò il posto giusto."
Un volta prossimi alla casa, Guisgard emise un fischiettio e ci accolse un bambino, poco più grande di Uriel.
Sorrisi, nel vederlo mi assalì la nostalgia.
"Salve, piccolo..." lo salutai, sorridendo. "Abiti qui tutto solo?"
Superammo la soglia di casa e mi guardai intorno, alla fioca luce delle candele.
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Ama, ragazza, ama follemente... e se ti dicono che è peccato, ama il tuo peccato e sarai innocente.
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