Quel luogo era appestato da un fetido di morte.
L’odore di ossa, di corpi decomposti sembrava salire dalle profondità della terra ed affliggere ogni angolo di quella tomba.
Era come scendere nei meandri dell’Ade.
E proprio come Orfeo ed Euridice, Pasuan e Dafne sfidavano lo spettrale dominio della morte.
La voce di lei guidava il cavaliere e gli infondeva coraggio.
Le loro mani erano unite proprio come quelle del mitico cantore e di sua moglie.
Quelle mani erano un legame forte, capace di intimorire anche le forze del male che sembravano aver scelto quella tomba come loro naturale dimora.
Come il leggendario filo di Arianna guidava Teseo nel terribile labirinto di Crosso, così Pasuan si affidava alla voce della sua amata, nell’attesa di sfidare la minaccia che sembrava attenderli nel ventre di quella tomba.
Poi quel boato improvviso che sembrò squartare l’irreale silenzio di quel luogo.
L’eco della calda voce di Dafne sembrava ancora vibrare fra quelle antiche murature, quando quel sordo boato raggelò il loro sangue.
Pasuan strinse a sé Dafne e cercò con la voce la ragazza che li precedeva.
“Questo boato…” disse “… cosa è stato?”
“Non lo so…” mormorò spaventata Amelya.
“Aiutatemi!” Gridò all’improvviso qualcuno. “Aiutatemi, non resisto più!”
“E’ la voce di Ludovici!” Urlò Amelya. “E’ lui! E’ in pericolo!”
“Ne siete certa?” Chiese Pasuan.
“Si, la riconoscerei tra mille!”
“Restate calma e non allontanatevi!”
“No, non posso! Forse è in pericolo! Ludovici, arrivo da te!” E corse verso quella voce.
“Fermatevi!” Gridò Pasuan. “Restate qui, può essere pericoloso!”
Ma la ragazza svanì in quelle tenebre.
“Accidenti!” Imprecò Pasuan. “Dafne…” disse poi estraendo la spada “… ora guidami nella direzione in cui è andata Amelya… mi raccomando, cammina lentamente e dimmi tutto ciò che vedi...”
__________________
AMICO TI SARO' E SOLO QUELLO... E' UN SACRO PATTO DA FRATELLO A FRATELLO
|