Pasuan sorrise a quella parole di Dafne.
“Conosco quella vecchia casa in periferia…” disse, lasciando che il respiro di lei accarezzasse il suo volto “… si racconta che sia appartenuta ad un nobile cavaliere che aveva abbandonato tutto per sposare una semplice contadinella… costruì con le sue mani quella casa e ne fece il loro nido d’amore… lei aveva una voce bellissima e restava a cantare per il suo amato nei lunghi pomeriggi d’Estate e nelle incantate sere stellate d’Inverno… ancora oggi, giura qualcuno, proprio durante i pomeriggi più soleggiati e le sere più scintillanti si può sentire il dolce canto di lei come se fosse accompagnato dal vento…”
La baciò.
“Io non ti ho respinto, Dafne…” sospirò “… né quella sera, né mai… volevo solo proteggerti da me, dal mio egoismo… non potevo sopportare di vederti legata a me per pietà o compassione, invece che per amore… perché, piccola mia, la tua felicità è ciò che più bramo… io voglio vederti sognare ogni notte… sognare tutte le meraviglie che questo mondo può donare… e poi, al tuo risveglio, poter esaudirli tutti quei sogni…”
Le sorrise fissandola.
Il suo sguardo non aveva più il dono della vista, ma nei suoi occhi vi era una luce molto più abbagliante di quella del Sole.
Era la luce dell’amore.
“Ora meglio prepararsi e scendere gìù, gioia…” disse a Dafne “… voglio risolvere quest’impresa e ritornare con te a casa, per riabbracciare il piccolo Hubert e cominciare una vita tutta nuova con voi due.”
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AMICO TI SARO' E SOLO QUELLO... E' UN SACRO PATTO DA FRATELLO A FRATELLO
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