Strinsi i pugni.
"In tutti gli anni di prigionia non ho mai visto il suo volto, nemmeno pronunciato un nome che non fosse mio signore. Era sempre incappucciato e irriconoscibile." Era frustrante.
"Gouf ha perso la ragione. Anni fa c'era ancora speranza che salvasse la sua umanità e forse fu quello ad accecarmi... vidi me stessa." Alzai la testa e lo guardai profondamente negli occhi, per cercare di intuire le sue intenzioni.
"Ma ormai è troppo tardi... troppo sangue, troppe stragi. Mi ha colpita, quando sono giunta all'accampamento, e poi ha minacciato mio figlio."
Mi voltai.
"Amore... come ha detto qualcuno: io non so amare. Ma posso crearne l'illusione... sono solo caduta nella mia stessa rete." Tornai a rivolgermi a lui.
"Gouf va fermato. Potrei fermarlo, ma la sua armatura me lo impedisce, poichè lo rende immune da ogni tipo di offesa... quanto al mio antico padrone... non intendevo portargli la spada, non prima di aver capito quale segreto celi. Ho accettato il suo ordine solo per guadagnare tempo."
Riflettei.
"Ho il sospetto che forse quell'arma possa nuocergli. Altrimenti non avrebbe senso volerla per sè."
Mi risistemai il velo intorno al viso.
"Ora sapete tutto... e sappiate che qualcosa dentro di me desidera ancora accendervi come una di queste candele..."
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Ama, ragazza, ama follemente... e se ti dicono che è peccato, ama il tuo peccato e sarai innocente.
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