Discussione: La Gioia dei Taddei
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Vecchio 23-06-2011, 03.01.41   #1492
Guisgard
Cavaliere della Tavola Rotonda
 
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Guisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare bene
La notte era scesa inesorabile.
Il cortile era avvolto in una inquietante penombra, mentre una leggera foschia rendeva sfocata ogni cosa ci fosse in quel luogo.
Melisendra era sola con i suoi fantasmi ed i suoi incubi, mentre tutta Capomazda si apprestava ad affrontare i suoi.
“Mamma!” Disse di nuovo quella voce.
Un attimo dopo un’ombra sembrò correre fra gli alberi del giardino poco distante.
“Non vieni a prendermi, mamma?” Chiese qualcuno celato chissà dove, attraverso la voce di Uriel. “Io ho tanta paura, sai… ho fatto un incubo stanotte… mamma, vieni, ho paura…”
Ad un tratto un vento freddo si alzò nel cortile.
Fu solo un istante, ma sufficiente a lasciare nella ragazza un senso di angoscia e disperazione.
“Sei coraggiosa, non c’è che dire…” disse qualcuno emergendo dalle tenebre “… hai cercato di salvare Capomazda… lodevole…” accennò una risata compiaciuta “… ma vedi, mia diletta, il destino di questo ducato è già segnato… e tu sai che porto sempre a termine i miei intenti…”
Si avvicinò, era lui.
Melisendra lo riconobbe subito.
“L’imperatore Domiziano…” continuò “… grande uomo, sai… chiedeva, anzi imponeva, al suo popolo di chiamarlo Dominus et Deus… Signore e Dio… e lo era davvero, sai? Era davvero potente come un Dio… sai perché? Perché aveva il potere sulle vite dei suoi sudditi… ed anche io ho questo potere… posso sterminare l’intera popolazione di questo luogo… posso uccidere il tuo caro Gouf… ed uccidere anche te… e non solo te…” sorrise.
“Mamma! Aiuto, vuole uccidermi!” Gridò di nuovo la voce di Uriel.
“Ma anche tu, in questo caso, puoi avere lo stesso potere dell’imperatore Domiziano…” mormorò l’oscuro signore “… puoi decidere della vita di tuo figlio… puoi decidere se farlo vivere o morire… dipenderà da te, mia cara… da come esaudirai i miei ordini…” e si abbandonò ad una sinistra risata.
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AMICO TI SARO' E SOLO QUELLO... E' UN SACRO PATTO DA FRATELLO A FRATELLO
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