Morrigan lo fissò con attenzione mentre le parlava. Ravus non aveva tradito alcuna emozione. E l'assenza, pensò lei, talvolta è la migliore prova di una presenza...
Sarebbe andata avanti.
Nel suo cuore invocò Rasyel, affinchè il suo spirito non l'abbandonasse... la chiamò, la chiamò oltre il tempo e lo spazio, oltre la vita e la morte, oltre l'odio e l'amore... siamo donne tutte e due... e sebbene ella non avesse ancora incontrato un amore come quello di Rasyel, e sebbene non fosse madre, tuttavia era stata figlia... anche lei figlia di un dolore... Rasyel... Rasyel!
"Conosco perfettamente i Comandamenti" rispose "e comprendo bene le vostre parole, e proprio per questo mi occorre il vostro consiglio!"
Esitò un istante. La sua mente andò a cercare la traccia esatta delle parole che aveva letto insieme a Guisgard. Voleva riuscire a ricordarle alla perfezione, per riuscire meglio nel suo inganno.
"Perchè, vedete... in questa storia c'è in ballo qualcosa di grosso, padre! Vi ho già detto di come quest'uomo sia molto influente, e... voi di certo sapete bene che un bambino illegittimo è una sciagura in tempi difficili come questi!"
Tacque, mentre i suoi occhi andavano a fissarsi sul viso del religioso. Stava immobile, a testa alta, al centro della stanza, come se con le sue parole volesse sfidare il mondo. Tra le dita stringeva il suo ciondolo, mentre la sua mente era in quell'attimo totalmente conquistata dal suo obiettivo.
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"E tu, Morrigan, strega da battaglia, cosa sai fare?"
"Rimarrò ben salda. Inseguirò qualsiasi cosa io veda. Distruggerò coloro su cui avrò poggiato gli occhi!"
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