Guisgard allora, giunto il nuovo giorno, salutò Melisendra.
“Milady…” disse accennando un lieve inchino “… resterei con voi ancora, anche perché sono incuriosito di duellare col vostro misterioso amato…” scherzò “… ma sono anche io atteso altrove… i miei omaggi…”
Si incamminò allora verso la Porta dei Leoni, per poi uscire dalla cittadella fortificata.
Raggiunse le mura del borgo e s’incamminò verso la campagna.
Il Sole cominciava a scendere oltre la lieve foschia che avvolgeva l’orizzonte, diffondendo un purpureo candore sulla campagna, resa come incantata da quell’atmosfera.
Poi, giunto presso una grossa quercia, cominciò a chiamare.
“Peogora!” Gridò. “Peogora!”
Un attimo dopo si udì un nitrito ed un meraviglioso cavallo dal manto argentato e con una macchia scura sul dorso, raggiunse il cavaliere.
“Eccoti, amica mia!” Esclamò Guisgard mentre la cavalla giocava con lui. “Perdonami, ma sai che non potevamo giungere insieme qui!”
La cavalla nitrì.
“Si, ma devi concedermi che senza sella sei molto più libera per le tue corse nella campagna!” Ridendo Guisgard. “Su, manca poco e potremo far far ritorno nelle nostre terre… manca poco ormai…” accarezzandola.