Icarius subito manifestò ai suoi servitori la volontà di voler partire.
Izar, ovviamente, tentò di far desistere il suo signore da quella che sembrava essere un’avventata decisione.
L’arciduca però non volle sentire ragioni.
“Torneremo prima che la guerra entri nella sua fase decisiva!” Disse al filosofo.
Chiamò poi il suo giardiniere e si fece consegnare quel prezioso fiore che aveva nome Mia Amata.
E sellati tre cavalli, uno per sé, uno per la giovane Sayla ed uno per il fedele Lho, partirono da Capomazda per quel viaggio verso l’ignoto.
"Chi emigra per trovare una donna, troverà una donna.
Chi emigra per trovare Allah, troverà Allah."
(Detto del Profeta Maometto)
Sayla indicò la strada da seguire.
La ragazzina sembrava esperta e molto a suo agio in quel genere di situazioni.
Attraversarono la campagna, per ritrovarsi poi nel folto bosco.
L’umidità regnava sovrana in quel luogo, dopo la forte pioggia abbattutasi su Capomazda.
E nel bel mezzo del bosco ai tre apparve un’antica torre diroccata.
Sembrava disabitata, ma all’improvviso Sayla cominciò a salutare qualcuno.
“Non vi è nessuno in questa torre…” mormorò Lho “… credo sia disabitata da anni… meglio proseguire…”
Ma proprio in quel momento una donna apparve sulla porta della torre.
Era bionda ed etera, con lunghi capelli e una veste bianchissima.
“Vi do il benvenuto, nobili viaggiatori…” sorridendo “… prego, la mia dimora è a vostra disposizione…” invitandoli ad entrare.
“Meglio non fidarci, mio signore.” Disse Lho ad Icarius.
“Tutta questa storia sembra un grottesco incanto…” rispose Icarius “… a questo punto abbiamo ben poca scelta… forse quella donna potrà aiutarci nella nostra ricerca.
Ed entrarono nella torre.
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AMICO TI SARO' E SOLO QUELLO... E' UN SACRO PATTO DA FRATELLO A FRATELLO
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