Li guardai torvamente. Non volevo ci fossero equivoci.
"Non ho alcuna intenzione di tradire nessuno, miei signori. Sono qui per giungere a un accordo... al Cavaliere del Gufo non interessa Capomazda e se attaccherà e riuscirà a penetrare nella città... lascerà ogni cosa in balia dei suoi uomini. Posso garantirvi che questa città timorata di Dio diventerà un vero Inferno."
Mi alzai.
"Sono tornata perchè a quanto pare avevo dimenticato qualcosa tra queste mura..." mi osservavano con molta attenzione.
"A quanto pare covate una serpe in seno. Non un semplice traditore, ma colui che disegnò il progetto di conquista di Capomazda e si servì di Lord Cimarow per metterlo in atto."
Sapevo che questo li avrebbe sorpresi. Forse spaventati. A nessuno piace avere un traditore sotto il proprio tetto.
"Me lo ha confessato proprio lui, bè, prima di morire..." Abbassai lo sguardo sull'anello con sigillo ancora appoggiato sul tavolo.
"Non ho fatto tutto questo perché Gouf porti a termine l'assedio e quel verme l'abbia vinta. E non sono nemmeno un'assassina costosa, visto che ciò che voglio è solo scovare quel ragno tessitore e avere l'occasione di ucciderlo."
La stanchezza mi rendeva cupa. E vendicativa.
"Ho ragione di pensare che si tratti dello stesso uomo malvagio che mi tenne prigioniera per molti anni, fino a quando non riuscii a fuggire. Penso sia un mio diritto esigere la sua vita."
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Ama, ragazza, ama follemente... e se ti dicono che è peccato, ama il tuo peccato e sarai innocente.
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