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Vecchio 14-06-2011, 02.14.18   #3493
Melisendra
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Melisendra sarà presto famoso
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Originalmente inviato da Guisgard Visualizza messaggio
Continueremo a guerreggiare?
Non chiedo di meglio, milady
Vorrà dire che dopo Edmond e Mercedes (che tra l’altro avete disdegnato!) diventeremo Tancredi e Clorinda
Ho apprezzato molto che abbiate inserito un riferimento a Medea nel GDR. Invece...non ho disdegnato Edmond e Mercedes... almeno non del tutto... Penso che quel genere di amore rientri nel campo: ossessione-idealizzazione. Prima o poi capita a tutti di caderci, no?

Di Armida pernso che sia, ahimè, decorativa. Non giudico tale il personaggio, che trovo interessante, ma la sua funzione. Tutto ciò che fa contribuisce a indorare ulteriormente le doti del suo amato. La loro storia è riassumibile in una vittoria dei valori di cui Rinaldo è rappresentante sul mondo pagano. Tale vittoria culmina con la conversione e la resa totale di Armida.

Ripensando alla maggior parte delle storie d'amore celebri del mondo antico fino a quelle tardo medievali, la figura dell'amata è sempre costruita addosso (o in contrasto a seconda che si voglia elogiare o essere di monito)con quella di colui che ama. Il focus rimane sempre principalmente sull'eroe.
Questo probabilmente accade perché gli scrittori sono sempre stati uomini e in quanto tali la realtà è sempre stata filtrata da quel punto di vista.
Non voglio trasformare questo mio pensiero in una filippica femminista, ma da antropologa non posso fare a meno di pensare che la descrizione della realtà sia filtrata dal soggetto scrivente e che sia inevitabile che ci sia una contaminazione. Perciò penso che la maggior parte delle storie d'amore sia stata scritta per gli uomini più che per le donne. Non volontariamente, ma anche per una questione di funzione in un certo senso educativa che hanno avuto tali miti e racconti. Per non volontariamente intendo dire che l'uomo per natura costruisce la cultura attraverso la cultura stessa e miti e racconti costituiscono i mattoni con cui edifica e riedifica se stesso e la società in cui è inserito. Il punto di osservazione è quindi determinante per tale azione antropopoietica.(Sono pedante?? SIIIIII!!)
Clorinda ad esempio: innanzitutto trovo che ricalchi un po' la figura di Pentesilea. E' una donna che rifiuta l'amore, si comporta come un uomo e rifiuta ogni canone di femminilità. Fino al momento della sua morte, momento in cui deve soccombere all'amato (certe critiche hanno fatto un'analisi molto interessante a livello psicoanalitico della morte di Clorinda, leggendovi una descrizione del rapporto sessuale) e solo in quel momento sboccia la sua femminilità. A differenza di Pentesilea, la fine di Clorinda è nobilitata dalla Salvezza. La sua morte è provvidenziale al destino salvifico che da sempre era stato preparato per lei.

Non ditemi che sono stata di nuovo crudele... anzi, io adoro Clorinda e mi spiace che faccia quella triste fine...
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Ama, ragazza, ama follemente... e se ti dicono che è peccato, ama il tuo peccato e sarai innocente.

Ultima modifica di Melisendra : 14-06-2011 alle ore 02.34.09.
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