La donna con gesti delicati tesseva quella sua tela dai variopinti colori e dai raffinati riflessi.
La stanza era ampia e soleggiata, con diversi monili dal gusto antico.
Ogni tanto, quasi senza badarci, si accarezzava qualcuna delle lunghe ciocche che cadevano sul suo bianchissimo e nobile volto.
Ad un tratto si voltò verso Sayla.
“Ti attendevo…” disse “… non c’è molto tempo… cerca la torre diroccata... cercala, Sayla… cercala... io sarò lì...”

“Si, andremo noi tre…” fece Icarius dopo le parole di Sayla.
La giovane però appariva turbata dalla visione che gli era appena apparsa.
“Sayla… va tutto bene?” Chiese Icarius, accorgendosi di quella strana espressione sul viso della fanciulla.