Discussione: La Gioia dei Taddei
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Vecchio 11-06-2011, 18.13.27   #1249
Guisgard
Cavaliere della Tavola Rotonda
 
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Guisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare bene
Icarius giunse nella grande loggia dove erano custodite le statue raffiguranti gli eroi e gli Arciduchi di Capomazda.
Osservava quelle solenni immagini che incarnavano i più alti ed eterni valori di quelle terre.
Ed un sorriso beffardo sorse sul viso.
Tutto ciò che si trovava in quella loggia gli apparve lontano secoli dalla realtà di Capomazda.
Lapidi ed incisioni decantavano ovunque in quel luogo la magnificenza di quegli ideali, mentre invece il suo stesso ducato sembrava volerlo rinnegare.
Si accasciò e pianse amaramente.

Le lacrime rigavano il suo viso ed i suoi occhi erano divenuti vermigli per il dolore.
Ad un tratto avvertì qualcosa.
Una figura, simile ad un’ombra, ad un sogno, si muoveva fra le colonne marmoree della loggia.
Lui la riconobbe e si asciugò le lacrime, quasi imbarazzato per essere stato visto da lei in quelle condizioni.
“Oh, Talia…” disse Icarius.
“Sapevo di trovarti qui…” sorridendo lei “... solo in questo posto potevi sentirti al sicuro, Icarius… lo so...”
“Vorrei essere dove sei tu ora...”
“Ora non è possibile, cuore mio...”
“Perché? Io non capisco…”
Talia sorrise e si sedette accanto a lui.
“Ho fatto bene a venire, sai... ricordi la donna del Borgo Vecchio a cui chiedesti di preparare il pane senza sale di Sygma? Ne ha portato un pò per me stamattina... ed anche della marmellata.”
“Marmellata?” Ripeté Icarius. “Ai frutti di bosco?”
Talia annuì.
“Bene…” sussurrò lui “… è la più buona...”
Talia sorrise, poi disse:
“Perché sei qui? Dovresti essere al comando dei tuoi cavalieri...”
“Non sono adatto ad essere Arciduca…” mormorò lui “... non lo sono mai stato e non lo sarò mai…quando Izar, il mio fedele consigliere, è rimasto in silenzio davanti alle accuse di quel misterioso cavaliere, mi sono sentito franare il mondo sotto i piedi… mi sono sentito un estraneo, un fallito… ho fatto di tutto per essere degno del mio titolo, ma probabilmente non è stato abbastanza… e gente come Cimarow, che nasconde i suoi veri intenti dietro a false promesse di libertà, alla fine avrà la meglio...”
“Cosa farai ora?”
“Voglio andar via molto infretta da questo palazzo e da queste terre!” Esclamò lui. “Fuggire il più lontano possibile e dimenticare ogni cosa… sono solo uno sciocco che crede in grandi ideali come l’amore e la Fede, convinto che bastino a salvare il mondo… ma qui gli ideali non valgono più nulla…”
“E cosa dirai al tuo popolo?” Domandò Talia. “Alla gente che crede in te?”
“Ormai nessuno più crede in me!” Rispose Icarius. “Forse sarà un bene la mia fuga... sono stanco di tutta questa falsità… stanco...”
“Capisco…” fece Talia “… fuggire è facile… proverai a dimenticare tutto di nuovo, il tuo passato ed il tuo ruolo, per ricominciare una nuova vita... io credo che questa solenne loggia sarà la prima cosa ad essere distrutta quando Cimarow entrerà a Capomazda… del resto è solo una vuota esposizione di preziosi marmi senza alcun significato...”
Icarius la fissò.
“Dov’è mio marito? L’uomo che avrebbe sfidato il mondo per proteggere me e la sua gente? L’uomo che è tornato dal passato per portarmi via con lui e rendermi finalmente felice? Ricordo quando restavi rapito a fissare queste statue... quello era l’uomo che amavo...”
“Cosa dovrei fare? Sono solo contro tutti...” scuotendo il capo Icarius “… ho perso anche te…”
“Una volta mi leggesti un passo del Lancillotto in Prosa… <<ascolta sempre il tuo cuore>>, recitava quel passo… ed a dirlo fu il tuo cavaliere preferito...”
“Lancillotto…” sospirò Icarius.
“Ascolta il tuo cuore e da esso trarrai la forza per vincere i tuoi nemici e salvare il tuo mondo!” Lo esortò Talia. “Il tuo cuore, Icarius! Il tuo cuore, capace di conquistare il mondo intero…”

In quel momento Icarius si destò da quel sogno.
Era sui gradini marmorei dell’Ara dei Taddei, dove superbi bassorilievi raccontavano la grandezza di quella nobile stirpe.
Ripensò a Talia e sentì forte un senso di solitudine e malinconia.
Ma le grida che giungevano dal cortile lo riportarono alla dura realtà.
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