Discussione: La Gioia dei Taddei
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Vecchio 11-06-2011, 04.32.18   #1235
Melisendra
Cittadino di Camelot
 
L'avatar di Melisendra
Registrazione: 27-02-2011
Residenza: Dai boschi nebbiosi
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Melisendra sarà presto famoso
Ormai la notte era silenziosa e immobile. Sentii gli spiriti scalpitare e cercare di trascinarmi. Resistetti con molta fatica.
In realtà la testa mi doleva terribilmente.
Ma non c'era altro tempo da perdere, dunque mi infilai nei corridoi, di nero vestita e con un pugnale stretto in una mano, nascosta dal velo.
Camminai silenziosamente fino a quando non giunsi vicino alle stanze di Lord Cimarow.
Mi sporsi appena e controllai che non arrivasse nessuno.
Aprii silenziosamente la porta ed entrai.
Abituai gli occhi alla penombra e vidi la sagoma di un letto, in fondo alla stanza. Le pareti erano riccamente decorate da pelli, arazzi e tessuti pesanti.
I miei piedi nudi sfiorarono un tappeto e sprofondarono nella sua morbida consistenza. Avanzai verso il letto e lentamente scostai una tenda.
Non so cosa pensò quando mi vide accanto al letto, forse nel dormiveglia.
Velocissima mi chinai su di lui e, quasi abbracciandolo, posai le mie labbra sulle sue. In quel preciso momento lasciai che la mia sete facesse il resto. La sua vita iniziò a fluire via, le sue energie si riversarono in me e lui non potè fare nulla per impedirlo. Respirai a fondo, fino a quando non fui sicura che fosse esausto.
Lo lasciai lì, intontito e incredulo, così esausto che non sarebbe riuscito a scostare il tessuto riccamente ricamato che lo copriva.
Presi una candela e la accesi. Entrai nel baldacchino e chiusi le tende.
Lo guardai un po', silenziosamente, senza manifestare nessun sentimento.
Quindi, mentre le energie che gli avevo appena sottratto fluivano dentro di me ridestandomi dal torpore che mi aveva colta dopo il rituale, parlai.
"Nel caso te lo stia domandando... non è un sogno. E non puoi farci proprio niente..." gli puntai il pugnale alla gola e scesi verso lo stomaco. Strappai la camicia e vi posai la punta del pugnale. Come indecisa sul punto in cui affondare.
"Non mi piace giocare col sangue, quindi spero di non esserne costretta... se rispondi alle mie domande, potrei decidere di non torturarti troppo a lungo..."
Mi chinai nuovamente su di lui e gli sottrassi un altro po' di energie.
Percepivo sopresa, paura, rabbia.
Sorrisi e lasciai che gli spiriti giocassero con la fiamma della candela. Erano lì ed erano sempre più eccitati.
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Ama, ragazza, ama follemente... e se ti dicono che è peccato, ama il tuo peccato e sarai innocente.
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