Icarius fissò con tenerezza Sayla.
“Quando ti guardo” disse con un sorriso amaro “mi rammenti quella giornata al Borgo Vecchio… la cavalcata con Talia, il mio scherzo… poi arrivasti tu… ti mentii, dicendoti che non ero il duca… non potevo fidarmi di tutti quelli che incontravo… poi la notte alla locanda dove ti facemmo curare…”
Sospirò come a voler ingoiare lacrime e pene.
“C’è qualcosa nella brughiera…” continuò “… quel lamento spettrale ed angosciante, gli incanti del Borgo Vecchio durante il ballo in maschera… poi quella Pieve…” tornò a fissare Sayla “… e giungesti tu… perché? Perché venisti là? E quei tuoi strani abiti… sento che nascondi un segreto… non voglio obbligarti a rivelarmi nulla… ma se sai qualcosa che possa aiutarmi a ritrovare mia moglie, allora, in Nome del Cielo, aiutami! Sin dal primo istante ho sentito che celavi qualche segreto… conoscevi me e Talia senza averci mai visti… e poi la naturalezza con cui vivevi ciò che accadeva intorno a te… io non voglio sapere tu chi sia… ma se puoi aiutarmi, ti prego… fallo…”
Si alzò di scatto e prese un grosso volume.
“Talia nella Pieve mi parlò di questo antico codice…” aprendolo Icarius “… è conosciuto come Le Angosce di Santa Lucia… lo stavo sfogliando mentre ti attendevo… credo sia una specie di manuale di demoni… ed ho trovato la citazione riportata sulla statua di Santa Lucia nella Pieve…”
“Nel cuore dimora l’amore, quello vero.
E tu, reo, il volto vedrai del diabolico sparviero.
La punizione sarà per te l’Acefalia e sarai dannato.
E il corpo, come l’anima, dalla colpa verrà sfigurato.”
E letta quella citazione, Icarius si voltò a fissare Sayla, quasi ad attendere dalla ragazzina una qualche risposta a quel misterioso dramma.
Ma ad un tratto nella biblioteca si udirono delle grida giungere dal cortile.
Erano quelle del misterioso Cavaliere Custode.
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AMICO TI SARO' E SOLO QUELLO... E' UN SACRO PATTO DA FRATELLO A FRATELLO
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