Freia restò a fissare Melisendra, avvolta nel più vivo sconforto.
“Il destino di tutti noi si sta compiendo…” disse la vecchia “… e nessuno può fermare ciò che sta per accadere… questa guerra è stata scritta nell’odio e nella paura… è impossibile fermarla ora… va, lascia questo posto… prendi tuo figlio e cavalca fino a raggiungere il luogo più lontano che esiste da queste terre… va, prima che sia troppo tardi… altrimenti anche tu sarai condannata, come tutti noi…”
Ad un tratto si udì la voce di Cimarow sul cortile.
“Miei fedeli guerrieri…” gridò dalla torre “… fratelli… oggi lotteremo per la libertà… la libertà di vivere le nostre vite senza che nessuno ci imponga cosa credere… la libertà di chiamare i nostri figli come più ci aggrada, senza più essere schiavi di antiche e defunte tradizioni… la libertà che ci daranno il nostro lavoro ed il nostro sudore, senza che i frutti della nostra fatica vadano ad ingrassare i chierici che muovono i nostri padroni come marionette… Oggi, con la forza e con il valore, ci riprenderemo il nostro onore… l’onore che spetta a chi è nato per comandare e non per obbedire e servire… fratelli, ciò che faremo oggi sarà immortalato per sempre nella storia e nella terra di Capomazda... e noi ne saremo i padroni!”
Esaltazione ed esultanza salutarono il discorso di Cimarow.
E poco dopo tutto era pronto per attaccare Capomazda.
“Ogni uomo, ogni cavallo ed ogni macchinario da guerra è al proprio posto…” disse uno dei cavalieri a Gouf “… attendiamo solo i vostri ordini, milord.”
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AMICO TI SARO' E SOLO QUELLO... E' UN SACRO PATTO DA FRATELLO A FRATELLO
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