Discussione: La Gioia dei Taddei
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Vecchio 08-06-2011, 20.52.32   #1180
Melisendra
Cittadino di Camelot
 
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Registrazione: 27-02-2011
Residenza: Dai boschi nebbiosi
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Melisendra sarà presto famoso
Non appena fuori dalla sala mi precipitai nella mia stanza.
Mi sentivo oppressa, mi sembrava che l'aria fosse fin troppo immobile. Spalancai la finestra e respirai a fondo.
Non solo le accuse di Gouf, nemmeno troppo velate, avrebbero potuto costituire un pericolo, ma le trovavo profondamente ingiuste. Non ero mai stata la terribile persona che descriveva. Non dopo tutto quello che era successo.
Piuttosto che piegarmi nuovamente alla volontà di qualcuno... bè, ormai non la consideravo più nemmeno un'opzione plausibile. Non avevo bisogno della protezione di nessuno.
Scagliai una coppa contro la parete e quella cadde a terra provocando un frastuono.
Mi appoggiai nuovamente alla finestra e scrutai le tenebre. La fiamma delle candele vacillò e brillò più forte. Crebbe e diminuì come se stesse danzando. O sgranchendosi.
"Dove siete?" sussurrai, mentre le ombre si muovevano come pesciolini in uno stagno. "Non siate impazienti... entro la prossima luna vi farò dono di una vita... ve l'ho promesso."
La fiamma ondeggiò, quasi in un inchino.
Soffiai sulle candele e uscii da lì.
Mi ero coperta con un velo scuro, per passare inosservata.
Passai nei corridoi deserti, guardandomi intorno. Non c'erano guardie. A quanto pare il banchetto aveva stremato tutti i valorosi soldati di quella fortezza.
Giunta sulla soglia delle stanze di Gouf vi entrai. Era vuota. Decisi che avrei aspettato. Quindi mi sedetti sul letto, con la candela spenta perchè da fuori non si vedesse la luce del lume. Una falce di luna brillava nel cielo, lasciando filtrare i raggi dalla finestra.
Ero assorta nei miei pensieri. Non mi accorsi di essere stanca, fino a quando non mi addormentai e sognai.

La foresta era scura e nebbiosa. La nebbia lambiva e accarezzava ogni cosa.
Il freddo mi sfiorava la pelle, mentre mi stringevo nelle pelli di lupo e sfioravo con i piedi le foglie secche, ogni cosa scricchiolava al mio passaggio. Sembrava che il bosco fosse vivo.
"Dove sono?"
"Sei a casa..." rispose una voce.
Mi voltai e lo vidi farsi strada tra gli alberi. O meglio, pareva che gli alberi si inchinassero e aprissero al suo passaggio. Il consueto cappuccio calato sul volto lo rendeva insieme irriconoscibile e a me disgraziatamente familiare.
"E' questo che vuoi?"
Non rispose.
"Vuoi che tutto torni come prima?" domandai. "Che cosa vuoi?! Dimmelo!"
Corsi verso di lui e cercai di scuoterlo, ma non mi rimase in mano altro che uno straccio scuro, mentre si dissolveva lasciando solo la sua risata di scherno dietro di sè.
"Me! In cambio di Uriel!" Gridai, gettando a terra quegli stracci. "Prendi me!"
Tutto iniziò a vorticare...


Mi svegliai, improvvisamente. Ero spaventata. Non ero certa che fosse stato solo un sogno o una visita sgradita.
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Ama, ragazza, ama follemente... e se ti dicono che è peccato, ama il tuo peccato e sarai innocente.

Ultima modifica di Melisendra : 08-06-2011 alle ore 20.57.43.
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