Lho entrò nella stanza dove si trovava Sayla e restò a fissare la campagna che si tingeva di ombre e luci portate dall’imbrunire.
“Da piccolo fissavo per ore i colori che assumeva la campagna con l’arrivo del crepuscolo…” disse Lho “… mi piaceva immaginare di mondi e creature fantastiche che con il buio tornavano a prendere possesso del mondo… rammento che avevo un amico immaginario… Nagon lo chiamavo… era una sorta di elfo che esaudiva tutti i miei desideri… poi, col tempo, come sempre accade, ci convinciamo a non credere più a nulla della nostra infanzia… e ci illudiamo di essere cresciuti…” sorrise amaramente “… perché sei andata alla Pieve? Cosa volevi trovarci? Perché sei giunta qui a Capomazda?” Si voltò e la fissò. “Ma soprattutto… chi sei veramente?”
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AMICO TI SARO' E SOLO QUELLO... E' UN SACRO PATTO DA FRATELLO A FRATELLO
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