Tutto si era svolto troppo in fretta perchè lei potesse capire.
Quella ragazza non le aveva quasi permesso di toccarla. E lei non voleva che salvarle la vita...
Rimase a guardare la scena, ascoltando il dialogo tra lei e Guisgard, senza una parola. La seguì mentre si allontanava nel buio e vide che Guisgard stava fissando la medesima scena.
Avrebbe voluto dirgli qualcosa, quando...
“Capomazda non è la mia terra…” esclamò lui, voltandosi verso Morrigan “… non lo è… non dimenticarlo mai…”
Quelle parole le gelarono il sangue e le serrarono le labbra. La freddezza che lui le stava rivolgendo in quel momento le parve assurdamente ingiusta.
Anche lui, come quella ragazza... non voleva far altro che aiutarlo, e questo era il ringraziamento?
Sentì stringersi il cuore, e si torse le mani per la rabbia di quel pensiero. Da quando avevano stretto il loro accordo non aveva fatto altro che sostenerlo in quella ricerca, cercando di pesare su di lui il meno possibile. E nel momento in cui l'aveva visto così disperato, aveva fatto tutto quel che le era possibile per stargli accanto... e come mi ripaghi? pensò, guardandolo sottecchi... ah, Guisgard... che tu non abbia a pentirti, un giorno... e al contempo rimproverava se stessa... in un anno ce l'hai sempre fatta da sola... non hai bisogno di lui... non hai bisogno di nessuno!
Scosse il capo, ricacciando indietro l'amarezza di quei pensieri.
"Scusami," rispose brusca, con voce cupa "non parlo ancora bene la tua lingua... devo aver capito male..."
Così, senza nemmeno lanciargli uno sguardo, risalì sul suo cavallo.
"Non perdere altro tempo!" esclamò, e senza attenderlo, spronò con rabbia la cavalcatura, alla volta di Capomazda.
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"E tu, Morrigan, strega da battaglia, cosa sai fare?"
"Rimarrò ben salda. Inseguirò qualsiasi cosa io veda. Distruggerò coloro su cui avrò poggiato gli occhi!"
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