La sala pullulava di servi e serve, mentre i fedeli baroni di Cimarow avevano già preso posto a tavola.
Il signore del castello conversava con alcuni suoi fedelissimi, quando Gouf entrò nella sala.
“Vi attendevamo, cavaliere.” Disse il barone Ivan de Saint-Roche a Gouf. “Sapete bene che basta la vostra sola presenza per imprimere nei nostri soldati una cieca fiducia nella vittoria.”
“Non sono i volti, milord, ma le armi e chi le brandisce a dare fiducia nella vittoria.” Rispose Gouf.
“Il nostro cavaliere è un saggio.” Commentò Cimarow.
Gouf intanto si guardava nervosamente intorno.
“Attendete forse qualcuno, sir Gouf.?” Domandò Saint-Roche.
Gouf non rispose.
E in quel momento giunse Melisendra.
Tutti restarono ammirati dalla sua bellezza e subito Gouf si alzò per farla sedere accanto a sé.
Ma Cimarow fece altrettanto ed invitò Melisendra a sedersi tra lui e Saint-Roche.
“Forse gradivate un altro posto, milady?” Domandò questi. “Magari… anche altra compagnia?”
Gouf lo fissò senza dire nulla, per poi tornare a sedersi.
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