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			Pasuan restò col piccolo Ubert in braccio senza dire nulla. 
  Lo cullava dolcemente ed il bambino sembrava tranquillo fra le sue braccia. 
  Avvertì un senso di pace e per un momento tutti i suoi pensieri più tristi e le sue preoccupazioni svanirono. 
  Ma durò solo un istante. 
  Qualcosa attraversò la sua mente e lo turbò. 
  “Riprendi Ubert con te…” disse “… potrei farlo cadere… riprendilo! Hai sentito? Devi riprenderlo! Hai affidato il tuo bambino ad un povero cieco… che razza di madre sei!” 
  A quei suoi urli, la madre e Mian rientrarono nella stanza. 
  “Cosa succede?” Domandò sua madre. 
  “Mamma…” mormorò Pasuan “… voglio andar via… voglio tornare a casa… e voglio tornarci ora…” 
  “Si, tranquillo…” sussurrò sua madre “… il medico ha detto che puoi lasciare l’infermeria… Dafne sta raccogliendo le tue cose, così potremmo tornare a casa tutti insieme…” 
  “No, non voglio che lei venga con noi…” disse Pasuan “… non mi servono i suoi sensi di colpi e la sua pietà… non voglio vederla mai più… mai più…” e nel pronunciare queste parole strinse con rabbia le lenzuola fra le sue mani.
		 
		
		
		
		
		
		
			
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				AMICO TI SARO' E SOLO QUELLO... E' UN SACRO PATTO DA FRATELLO A FRATELLO
			 
		
		
		
		
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