Morrigan lo fissò stupita... ma come si permette di dirmi certe cose?
Appena lui si fu voltato, si slacciò il corsetto quanto più lestamente potè, sfilò i pantaloni, e senza nemmeno perder tempo ad indossare qualcosa, si infilò sotto le ruvide lenzuola di cotone, per timore che lui potesse decidere di girarsi proprio in quel momento.
Solo quando si fu sentita tranquilla, al riparo di quelle coperte, se le strinse al petto, si mise a sedere e, guardandolo furiosa, si ricordò che era molto adirata con lui...
"Non mi interessano le tue avventure sentimentali, nè il novero delle tue tante conquiste... l'amore non mi interessa, credevo di avertelo già detto! Volevo solo parlare con te del piano di domani, e magari consigliarti qualcosa di utile sul da farsi... ma vedo che hai ben altro per la testa, quindi buonanotte!"
Disse quelle parole di fretta, quasi sbattendogliele in faccia. Quindi si distese nel letto, si gettò le coperte addosso coprendosi fino a gli occhi, si girò sul fianco dandogli le spalle e finse di voler dormire.
E in quei minuti che seguirono l'esplosione della sua esclamazione, la musica malinconica dell'ocarina riempì la stanza.
Lei restava immobile, trattendo il fiato, per non far capire a Guisgard che era sveglia. Ma nel buio il suo orecchio si andava perdendo in quella musica, e pian piano la tensione scivolò via dal suo corpo. Allora Morrigan pensò che non aveva motivo di esser troppo dura con lui, e forse avrebbe anche dovuto smettere di tremare, come all'improvviso si era scoperta a fare, al pensiero che quella era la prima volta che dormiva nella stessa stanza con un uomo.
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"E tu, Morrigan, strega da battaglia, cosa sai fare?"
"Rimarrò ben salda. Inseguirò qualsiasi cosa io veda. Distruggerò coloro su cui avrò poggiato gli occhi!"
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