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			Mi soffermai incerta. 
Non era cambiato nulla dall'ultima volta che ero stata lì, qualche anno prima, quando Uriel a malapena diceva le prime parole. Le strade di acciottolato erano le stesse. Le case bianche arrivavano al massimo a due piani. Era giorno di mercato, lo indovinavo dal trambusto. 
Cavalcammo tra le vie, fino a quando non trovai l'ingresso ad un cortile e lì mi soffermai. 
"Quel ragazzino non è sciocco... e sa bene chi sono, visto che negli ultimi tempi non fa altro che infilarsi nei miei sogni." e aggiunsi, quasi teneramente "Un po' sfacciato..." 
Smontai e guidai il destriero per le briglie. 
"Non posso mentirgli, non su di me." Con un gesto mi scoprii il capo. "Ormai ha sei anni compiuti e inizia a farsi qualche domanda su dove io sia e su chi sia suo padre." 
Scacciando ogni altro pensiero bussai alla porta del palazzo che si ergeva in fondo al cortile, oltrepassato un arco di pietra. Tutto faceva presumere che Adele e il suo anziano sposo fossero in casa. 
In un angolo del cortile vidi un elmo che mi era familiare. Il piccolo elmo di Uriel.
		 
		
		
		
		
		
		
			
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				Ama, ragazza, ama follemente... e se ti dicono che è peccato, ama il tuo peccato e sarai innocente.
			 
		
		
		
		
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