Mi adombrai. Sapevo, che nonostante la drammaticità, nelle sue parole si celava la verità. Il destino avrebbe potuto essere crudele.
E tutto sommato era giusto che si preoccupasse per Uriel, nonostante fosse alquanto restio a riferirsi a lui come a suo figlio. Probabilmente non era pronto ad accettare quell'idea di paternità. In fondo anche io avevo fatto fatica ad accettare di identificarmi con una madre. L'istinto materno non era mai stato una delle mie priorità, non sapevo nemmeno di possederlo.
Il vento mi soffiava tra i capelli, asciugandoli in ciocche ribelli che scendevano lungo la schiena.
"Vorrei che riuscissimo a evitare questa guerra..." sussurrai nel vento. Non ero certa che avesse udito. Forse l'avevo detto solo per me.
Non potevo dirgli che avevo un accordo con Capomazda che mi avrebbe consentito di avere salva la vita. Tuttavia, se per qualche ragione quell'accordo fosse stato dimenticato, la mia sorte non sarebbe stata rosea. Mi era stata ben chiara quale fosse la posizione della Chiesa riguardo a quelle come me e l'eminenza capomazdese non si era risparmiato dal farmelo notare, durante il mio soggiorno. O il rogo o la reclusione. E Uriel sarebbe rimasto solo.
"Uriel vive presso la famiglia del Lord che sovrintende a Poggio del Sole... salvai la vita del vecchio Signore del Peggio, gravemente ferito, e in cambio lui e la sua sposa accettarono di accogliere Uriel nella loro casa." Mi voltai verso Gouf. "Puoi mandarlo a chiamare... è giusto che tu lo veda... poi lo accompagnerò io stessa al tuo maniero e mi assicurerò che sia al sicuro."
Se ci sarà una guerra! Pensai.
Sentivo nostalgia di mio figlio. Non ero presente quando aveva detto le sue prime parole, non c'ero per consolarlo dopo le prime cadute. Non ero sicura di essere una buona madre. Non ero sicura nemmeno di essere stata una madre...
Presi una pietra dei sogni dal sacchetto che portavo appeso alla cintura, una goccia infilata in un cordoncino e la porsi a Gouf.
"Se riceveranno questo, lo lasceranno partire, sapendo che sono io a chiamarlo."
Ero ansiosa e incerta. Mentre mi domandavo se avessi fatto la cosa giusta, spronai il cavallo e lo lanciai in una corsa.
In fondo al mio cuore una parte oscura si agitò... mi stava suggerendo una mossa che razionalmente non potevo nemmeno concepire: distrarre Gouf con la presenza di Uriel per avere più spazio d'azione. Davvero lo avrei fatto? Avrei messo in pericolo mio figlio per i miei scopi? Un'ondata di disgusto mi attraversò. Mi disprezzai. Che cosa sto facendo?, mi domandai tetramente.
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Ama, ragazza, ama follemente... e se ti dicono che è peccato, ama il tuo peccato e sarai innocente.
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