La musica, i colori, la festa, la gioia.
Quella sala sembrava possedere il favoloso incanto del giaciglio di Amore, dove i sogni prendono forma e riempiono gli infiniti istanti di un momento irripetibile.
Ogni cavaliere aveva con sé una dama e si lasciava condurre dalle note che aleggiavano nella sala.
Maschere pittoresche, grottesche e sognanti danzavano al buio, guidate dai bagliori che le poche candele accese riflettevano su di esse.
Tutto era celato, dalla musica, dalle maschere e dal buio e solo gli occhi erano liberi da quello strano incanto.
Un incanto che sembrava aver fermato e dissolto il tempo.
E così un soldato ballava con una cortigiana, uno schiavo con una regina, un marinaio con una fata, un contadino con una dama.
Ma nel mezzo di tutto ciò, racchiusi dai colori e dai misteri di tutte quelle maschere, danzavano Amore e Ragione.
La grande Sala Ducale era illuminata a giorno da lampade e candele come se il buio della sera non potesse mai raggiungere quel mondo fatto di bellezza, giovinezza e sogni.
Lei era incantevole con quel suo abito di seta di Persia azzurrissima e luminosa.
I capelli, tra il biondo ed il rosso, erano lasciati scendere con naturalezza e grazia, quasi sfiorando le nude e sensuali spalle.
Il viso era animato da un vago rossore che rendeva ancora più luminosi i suoi bellissimi occhi dello stesso colore dell’acqua di mare, chiara e trasparente.
La maschera era appena adagiata su quegli occhi, quasi dipinta sulla vellutata pelle.
“Sei bellissima…” disse quasi sussurrando Ardross “… tutti ti stanno ammirando, amore mio...”
“Guardano te, mio signore…” sorridendo Rasyel“… in fondo sei il futuro Arciduca…”
“Ti sbagli, guardano te…” sussurrò Ardross “… tutto è per te stasera, Rasyel...”
“No, ti prego…” posando delicatamente un dito sulla bocca di lui “… stasera non siamo né Ardross, né Rasyel, né duca e né baronessa… siamo il giorno e la notte, il Sole e la Luna, Amore e Ragione…”
Ardross annuì e le sorrise, lasciando che la magica musica della festa li portasse via dal mondo e dalle sue miserie, per condurli in uno dei loro tanti sogni…
La sala era semibuia, eppure Icarius non smetteva di fissare i magnifici occhi che spiccavano dalla maschera che stringeva a sé in quel ballo.
“La sera e poi la notte…” sussurrò alla dama mascherata che ballava con lui “… si susseguono all’infinito, eppure ti ritrovo qui con me, ad attendermi…” le sorrise.
Ma in quel momento qualcosa mutò attorno a loro.
Il leggero alone dorato generato da quelle poche candele si tinse improvvisamente di un cupo vermiglio, diffondendo nella sala una tetra e spettrale inquietudine.
La musica in quel momento cessò e le due maschere si ritrovarono da sole in quella silenziosa e desolata sala.
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AMICO TI SARO' E SOLO QUELLO... E' UN SACRO PATTO DA FRATELLO A FRATELLO
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